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Kisses

Regia di Lance Daly vedi scheda film

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La recensione su Kisses

di bradipo68
10 stelle

Accade talvolta che dei film produttivamente minuscoli e che apparentemente ti raccontano quello che già altri millemila film ti hanno raccontato, ti entrino di soppiatto nel cuore e non te lo abbandonino per diverso tempo.

E'quello che mi è successo con questo Kisses, la storia di due adolscenti immersi nello squallore dell'estrema periferia di Dublino.

Provengono da famiglie disfunzionali: Dylan è un ragazzo solitario che tende a isolarsi , a ragione, da una famiglia con un padre irascibile e violento.

Kylie, all'incirca la stessa età , anche lei in stato di forzoso isolamento in quanto la madre la usa come babysitter per la sorella più piccola. In più nasconde un terribile segreto che si intuisce fin dalle prime sequenze quando prova repulsione anche solo per dare un bacio di saluto al giovane zio e si nasconde sotto il letto quando lui la viene a cercare.

Dopo l'ennesima lite tra i genitori di Dylan, quando il padre colpisce con un pugno la madre, il ragazzo decide di intervenire spaccandogli sulla testa la sua console portatile e per evitare conseguenze fugge. Come aveva fatto il fratello due anni prima e poi scomparso nel nulla

Aiutato e accompagnato da Kylie, anche lei bisognosa di fuggire dalle minacce della sua casa, entrambi intraprendono questo percorso di formazione sulle tracce (immaginarie ) del fratello di Dylan.

Dublino è lì ad aspettarli , città accogliente di giorno, infida e traditrice di notte. Spendono i soldi che avevano ma poi...

Kisses racconta "solamente " un viaggio di poche ore, un road movie ambientato nelle viscere della capitale irlandese in cui Dylan e Kylie, che l'innocenza dell'infanzia l'hanno persa già da tempo, non possono far altro che crescere.

Il loro è un sentimento puro, in divenire, l'istinto di sopravvivenza che sono costretti a tirar fuori per superare i momenti difficili della notte dublinese contribuisce a unirli di più, a far crescere il loro legame affettivo e trasformarlo in qualcosa d'altro. 

Per Dylan all'inizio lei non è la sua ragazza, poi chissà...

Sospeso tra il sogno di ritrovare un fratello ormai relegato in fondo alla memoria e la realtà tangibile che può essere meravigliosa e allo stesso tempo terribile per due ragazzini, Kisses è una fotografia anomala dell'Irlanda ben lontana dallo stereotipo delle cartoline, quelle piene del verde dei prati e dell'azzurro dei cieli che creano trasporto affettivo in chi le guarda. 

Basta dare un'occhiata a queste periferie a basso grado di urbanizzazione o anche ai vicoli nascosti di Dublino, oscuri come molti dei suoi abitanti, per farsi un'idea di un'Irlanda a doppia velocità in cui il consumismo natalizio (il film è ambientato durante le vacanze di Natale) è evidente solo nel centro commerciale all'inizio del film.

Poi Dylan e Kylie fanno tutta una serie di incontri occasionali ( tra cui anche quello di una specie di sosia australiano di Bob Dylan che fa concerti eseguendone covers , altro incontro per testimonare più il sogno che la realtà) in cui è evidente soprattutto la difficile situazione economica e l'assenza di quello spirito natalizio che fa dimenticare per un attimo i problemi di tutti i giorni.

A Dublino ci sono homeless che dormono sotto i cartoni, morendo assiderati, musicisti agli angoli delle strade che sbarcano miseramente il lunario ma anche maniaci assassini che non si farebbero scrupolo a uccidere un paio di ragazzini.

Dylan riguardo alla loro disavventura dice un frase lapidaria.

There is no devil.  Just people". Non c'è nessun diavolo.C'è solo la gente( a far del male).

Kisses è tutto questo: sospeso in una sorta di bolla fuori dallo spazio  e dal tempo , quando Dylan e Kylie stanno insieme  a godersi questa fuga che sanno benissimo essere a breve scadenza, immerso nel realismo tout court quando i due interagiscono con quello che li circonda. Ma il regista non si focalizza sul disagio sociale, usato come sfondo terribilmente efficace.Gli interessa raccontare altro, cerca di cogliere la poesia che scaturisce dalle piccole cose

Lance Daly sceglie di differenziare anche cromaticamente questa fuga con l'utilizzo di colori caldi a differenza dell'asettico bianco e nero che caratterizza l'inizio (e la fine) del film. Questo anche per accentuare il carattere di sospensione dalla realtà di questa fuga temporanea da una triste quotidianità.

Il regista più dirigere i suoi piccoli attori, ne sembra complice, senza compiacimento con la sua cinepresa pedina quasi con affetto i  due eccellenti protagonisti,Shane Curry nella parte di Dylan e Kelly O' Neill in quella di Kylie, attori non professionisti che quasi non fanno avvertire lo scarto tra realtà e recitazione.

Kisses racconta il distacco da un cordone ombelicale che corona un percorso di preparazione alla vita di due adolescenti che vegetano  in famiglie che non offrono nessuna prospettiva. 

I baci che si scambiano con tenerezza oppure al ritorno a casa quello accennato da Kylie e affidato al vento perchè lo porti a Dylan sono il segno della chiusura di una fase della propria esistenza. 

Come dicevo all'inizio è accaduto che Kisses mi abbia trafitto contemporaneamente cuore e cervello. E di questi tempi non succede spesso.  

Presentato con successo in diversi Festival internazionali, naturalmente inedito in Italia.
(bradipofilms.blogspot.com)

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