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Le massaggiatrici

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

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La recensione su Le massaggiatrici

di undying
7 stelle

Il talento in regia di Lucio Fulci emerge anche nelle pellicole poco celebrate e meno note, tipo questa spassosa "pochade" girata agli inizi degli anni Sessanta. Cast importante, al servizio d'una commedia audace, che si esprime in maniera giocosa, ma critica, contro l'antipopolare connubio (sempre attuale) tra politica e religione.

 

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Gli industriali milanesi Parodi (Ernesto Calindri) e Manzini (Luigi Pavesi), appoggiati dall'intermediario politico Bellini (Philippe Noiret), cercano di assicurarsi l'appalto per la costruzione di un istituto romano riservato alla "rieducazione" di giovani ragazze finite nel giro della prostituzione. Il progetto, patrocinato dall'associazione filantropica "per la tutela della giovane", sostenuto da un partito fortemente legato agli ambienti clericali, viene avviato burocraticamente dall'influente presidente dell'associazione, Cipriano Paoloni (Louis Seigner), moralista poco coerente che finisce, di venerdì 17, ma in data prosposta al successivo sabato essendo scaramantico, per siglare il contratto d'appalto dopo essere stato sedotto da Marisa (Sylva Koscina), una "massaggiatrice" scambiata per una serie di insolite circostanze come moglie di Parodi. Lo stesso giorno, scoperto dal Bellini in una centro massaggi piuttosto equivoco, Paoloni muore per attacco cardiaco. Parodi, costantemente seguito dall'acida moglie (Laura Adani), dalla massaggiatrice Marisa e dal ruffiano Bellini, al fine di salvaguardare la legittimità del contratto, recupera il cadavere dell'onorevole, cercando di collocarlo nel suo ufficio per posticiparne "ufficialmente" il decesso al giorno seguente.

 

"[Nel 1958] Ai voti dei cittadini pavidi che continuano a votare Dc per paura del comunismo, si sono aggiunti alcuni milioni d'altri cittadini dominati dalla paura perché ricattati dal confessore."

(Arrigo Benedetti)

 

Sylva Koscina

Le massaggiatrici (1962): Sylva Koscina

 

Il talento di un regista come Lucio Fulci (1927 - 1996) va individuato anche in pellicole minori e meno celebrate quale può essere, ad esempio, questa sorprendente "pochade in un tempo... moderno" (testualmente, così indicata, sui titoli di apertura). Scritta con estrema attenzione da Oreste Biancoli, Italo e Vittorio De Tuddo, Le massaggiatrici anticipa, per tematica, decine di successive commedie popolari (dal cult Weekend con il morto a Giovannona coscialunga disonorata con onore), compreso l'altrettanto riuscito Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia... All'onorevole piacciono le donne, girato dallo stesso Fulci dieci anni più tardi. Interpretato da un cast eccezionale, compresi gli attori confinati in ruoli secondari [1], il film tratteggia con eleganti e circostanziate ricostruzioni, non lontano dalla realtà, il clima di collusione e ipocrito connubio, tra due poteri forti dello Stato italiano: quello politico, al tempo in mano al partito democristiano (ex DC), identificato nel truffaldino volto di uno strepitoso Philippe Noiret [2], elegantemente vestito, nei panni di bigotto, ma di fatto libertino e corrotto intermediario (per interesse economico speculativo) di contratti d'appalto tra industriali e associazioni filantropiche; quello religioso, simbolicamente rappresentato dal viscido, corpulento, presidente dell'associazione cattolica, Louis Seigner (attore eccezionale, qui lanciato in esilaranti - pur sporadiche - esclamazioni declinate in dialetto bolognese).

 

scena

Le massaggiatrici (1962): scena

 

Pellicola davvero audace nelle sequenze al centro massaggi, per allusivi, sottesi, piccanti dialoghi, nella quale non mancano precisi riferimenti a fatti e personaggi del tempo [3]. Fulci, perfettamente a suo agio con la vena polemica del racconto, contribuisce alla riuscita del film, gestendo in maniera impeccabile il set e sfruttando l'inappuntabile tecnica di ripresa del cineoperatore Guglielmo Mancori. Franco e Ciccio, evidenziati a caratteri cubitali sui manifesti - in quanto all'epoca al centro di sicuro richiamo popolare -, compaiono solo durante gli ultimi venti minuti. Ben ritmato, attraversato da una costante e funzionale ironia, il film appare brillante e scorrevole ancor oggi, ad oltre sessant'anni di tempo dalla realizzazione, finendo per restare una riuscita "fotografia animata" di un'epoca e di un momento storico italiano particolarmente vivace e (fortuna o sfortuna?) irripetibile.

 

scena

Le massaggiatrici (1962): scena

 

Critica  [4]

 

"Si tratta di una coproduzione realizzata da Ermando Donati e Luigi Carpentieri per la Panda-Società per l'industria cinematografica spa (70%) e dalla Gallus Film di Parigi (30%). Donati - che Fulci aveva già conosciuto nel lontano '53 in occasione di Ci troviamo in galleria di Mauro Bolognini, del quale era stato sceneggiatore - sarà un produttore di fondamentale importanza per la carriera del regista romano. (...) Il direttore di produzione de Le massaggiatrici è Piero Donati, fratello di Ermanno (anche Alfonso, il terzo fratello, era coinvolto nella produzione). Il film, scritto da Oreste Biancoli, Vittorio Metz, Italo De Tuddo e Antoniette Pellevant, è una 'pochade in un tempo moderno', come recita il sottotitolo che compare nei titoli di testa. (...) Le riprese presero il via il 18 giugno del '62. Tra gli attori inizialmente previsti figuravano Margaret Lee, Mylène Demongeot, Lauretta Masiero, Gianrico Tedeschi, Ave Ninchi e Dario Fo. il cast impiegato fu comunque di alto livello: davvero brillanti Ernesto Calindri, Louis Seigner e soprattutto Philippe Noiret, memorabile nel ruolo di funzionario democristiano corrotto e baciapile, tutto tic e ipocrisia, impettito nel suo tetro gessato. Franchi e Ingrassia, nella pellicola, interpretano due uscieri e hanno solo un ruolo di contorno, mentre veloci ma comunque gustose sono le caratterizzazioni animate dalla Merlini e da Taranto. Fulci realizza una commedia piacevole e frizzante che - interpreti a parte - ha nel ritmo e nei dialoghi i suoi punti di forza. Se equivoci, doppi sensi e audaci inquadrature di cosce e seni coperti dalla lingerie dominano la scena, dopo Urlatori il regista torna sommessamente all'attacco del potere democristiano. L'operazione, sebbene molto più timida e garbata, è simile a quella che sarà imbastita in All'onorevole piacciono le donne, un commedia a sfondo erotico imperniata su precisi e inquietanti scenari: tangenti, corruzione, moralismo e ipocrisia, insomma tutto il repertorio peggiore dei teatrini della politica italiana di quegli anni. Memorabile è una citazione tristemente autentica: la scena in cui Bellini/Noiret, stizzito, apostrofa con epiteti offensivi una signora al ristorante (che si rivelerà la moglie di Parodi) rea di mostrare le spalle offendendo il pubblico pudore. Impossibile non ricondurla al celebre episodio per il quale il Catone scudocrociato Oscar Luigi Scalfaro, negli anni '50, passò alla storia dopo aver schiaffeggiato in un ristorante una signora che, a suo avviso, si mostrava troppo scollata. Una sola volta in tutto il film si fa il nome del partito, quando Marisa, durante la trattativa per l'appalto, dice ingenuamente al presidente: 'Lei è uno di quelli che buggerano il prossimo col sorriso e la persuasione... scommetto che è democristiano!'. (...) Il film, uscito in prima visione al cinema Vittoria di Ciampino (Roma) il 20 settembre del '62, con il divieto ai minori di 18 anni (...), si fermò a un incasso di 221.118.000 lire. Per questa pellicola la censura impose il taglio a due scene ritenute scabrose (per un totale di 14 metri), eliminando un doppio senso e la visione di alcune grazie femminili."

(Paolo Albiero e Giacomo Cacciatore)

 

scena

Le massaggiatrici (1962): scena

 

Visto censura [5]

 

Per quanto oggi possa apparirci strano, Le massaggiatrici ottenne un divieto ai minori di anni 18 in occasione del rilascio di nulla osta (n. 38283), avvenuto nel lontano 20 settembre 1962. Da un secondo visto censura (n. 101352), ottenuto il 5 febbraio 2008 in previsione di una nuova distribuzione home video, si evince che all'origine la pellicola ha comunque subito un breve taglio, pari a 17 secondi.

 

Dal verbale allegato all'ultimo v.c.:

"La commissione (...) dopo aver ascoltato il rappresentante della società interessata (...), il quale sostiene che dato il tempo trascorso e in considerazione del taglio effettuato (17 secondi) il film ormai non possa più turbare i minori, esprime parere favorevole per la concessione del nulla osta di proiezione in pubblico, senza limiti di età in quanto dato il tempo trascorso (44 anni!) e il taglio effettuato, la visione del film non può turbare i minori di tutte le età."

 

Metri di pellicola dichiarati: 2539 (circa 93' in proiezione cinematografica).

 

 

NOTE

 

[1] Nino Taranto nei panni di un simpaticissimo letterato che si esprime per citazioni, coniugato con Marisa Merlini (una vera massaggiatrice); Nino Terzo come svanito commissario, agli esordi sul set; Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, confusionari portieri.

 

[2] Dal sito imdb apprendiamo, con certo disappunto e senza conoscerne la fonte, che Philippe Noiret avrebbe definito Le massaggiatrici come il peggior film al quale abbia mai partecipato.

 

[3] La scena al ristorante, con Bellini (Philippe Noiret) scandalizzato dalla scollatura di Laura Adani, rimanda a un analogo evento accaduto realmente in una torrida giornata di luglio del 1950, protagonista l'allora sottosegretario DC, Oscar Luigi Scalfaro, ospite di un ristorante, a pranzo con due colleghi di partito. In un altro tavolo, una signora (circostanza vuole: militante del Movimento Sociale Italiano), tormentata dall'alta temperatura, scopre le spalle. A seconda delle due versioni circolanti, Scalfaro si sarebbe in un caso limitato ad esprimere il suo disappunto in questi termini: "È uno schifo, una cosa indegna e abominevole! Lei manca di rispetto ai presenti, se è vestita così è una donna poco onesta!"; nella peggiore delle ipotesi avrebbe persino schiaffeggiato la donna. Curiosamente il fatto verrà citato, non si sa quanto volutamente, non solo nel film di Fulci ma persino da Federico Fellini, il quale nell'episodio Le tentazioni del signor Antonio (da Boccaccio '70, altro film del 1962) ripropone analoga sgradevole situazione, con Peppino De Filippo al posto di Philippe Noiret.

 

[4] "Il terrorista dei generi - Tutto il cinema di Lucio Fulci" (Un Mondo a Parte edizioni), pag. 54 - 55.

 

[5] Dal sito "Italia Taglia".

 

scena

Le massaggiatrici (1962): scena

 

"Andreotti, Fanfani, Rumor, e almeno una dozzina di altri potenti democristiani, dovrebbero essere trascinati sul banco degli imputati. E quivi accusati di una quantità sterminata di reati: indegnità, disprezzo per i cittadini, manipolazione del denaro pubblico, intrallazzo con i petrolieri, con gli industriali, con i banchieri, collaborazione con la Cia, uso illegale di enti come il Sid, responsabilità nelle stragi di Milano, Brescia e Bologna (almeno in quanto colpevole incapacità di colpirne gli esecutori), distruzione paesaggistica e urbanistica dell'Italia, responsabilità della degradazione antropologica degli italiani, responsabilità dell'esplosione 'selvaggia' della cultura di massa e dei mass-media, corresponsabilità della stupidità delittuosa della televisione. Senza un simile processo penale, è inutile sperare che ci sia qualcosa da fare per il nostro paese. È chiaro infatti che la rispettabilità di alcuni democristiani (Moro, Zaccagnini) o la moralità dei comunisti non servono a nulla."

(Pier Paolo Pasolini)

 

Le massaggiatrici (Lucio Fulci, 1962)

 

F.P. 13/02/2023 - Versione visionata in lingua italiana su Amazon Prime Video (durata: 88'10")

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