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Un neomelodico presidente

Regia di Alfonso Ciccarelli vedi scheda film

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La recensione su Un neomelodico presidente

di FilmTv Rivista
4 stelle

Il cinema autoctono napoletano delle pratiche “basse” (molto basse) promuove il sottoproletariato come classe “trainante” capace di modificare i già precari equilibri sociopolitici regionali. Mentre però Un camorrista perbene propone uno scenario allucinante con una soluzione giustizialista per ripulire il territorio, Un neomelodico presidente si diverte a ipotizzare l’ascesa “legalitaria“ al potere di un giovane che non sarebbe candidato neanche nelle liste della formazione più qualunquista per le elezioni di un consiglio di un quartiere ad alto tasso delinquenziale, ma che ha l’unico merito di essere un cantante neomelodico. Oltre tutto il film diretto da Alfonso Ciccarelli, proprietario della Qualità Sound che lo produce (è la stessa etichetta di Il latitante, l’ultimo film di Ninì Grassia), fa addirittura rimpiangere la pellicola di Enzo Acri che almeno tentava la via del film d’azione violento “all’americana”. In questo caso siamo nel più puro e infimo cabaret televisivo (parliamo naturalmente di emittenti locali che non raggiungono neanche il minimo richiesto di professionalità), con amatoriali riprese quasi tutte in interni, penosi sketch di coppia con il suo fedele amico-segretario, gag sgangherate e ripetitive, procaci escort, linguaggio primitivo ed esposizione ripugnante. L’originalità (si fa per dire) dell’operazione sta nel fatto che il protagonista Mimmo Dany è un artista della neomelodia (quella della deriva più volgare e enfatica) anche nella vita. E allora il non plot dice che Mimmo, dopo vari tentativi falliti di entrare nel cast di show televisivi come L’isola dei famosi o X Factor, decide di scendere in campo per le elezioni regionali su invito di Berlusconi (una chicca l’apparizione dell’ennesimo imitatore del Presidente del Consiglio sul suo iPhone che lo contatta su suggerimento di Apicella). Si candida allora alla Presidenza della Regione come leader del nuovo partito Uvc (“Una voce per la Campania”), incrocio evidente tra l’Udc e l’Idv, per fare piazza pulita di raccomandazioni politiche, scandali, paparazzi, boss della malavita organizzata, voti di scambio. Il film di Ciccarelli è stato girato tra Giugliano, Lago Patria, il Centro Direzionale, Castellammare di Stabia, Palma Campania. Proprio qui approfittando del tradizionale Carnevale che ha portato in piazza circa trentamila persone, è stata girata la scena del comizio politico decisivo del bizzarro neomelodico presidente. Intorno a Dany si muovono pseudoattori della scena cabarettistica-televisiva campana mentre Tony Sperandeo appare in un cameo.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 19 del 2010

Autore: Alberto Castellano

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