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Illegal

Regia di Olivier Masset-Depasse vedi scheda film

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La recensione su Illegal

di supadany
8 stelle

Film impegnato che affrontando il tema spinoso dell’immigrazione parla di noi e di tutta l’Europa, dell’incapacità di superare i confini geografici e del modo retrogrado col quale vengono affrontati tanti problemi che stanno affondando il vecchio continente (insomma quello dell’immagrazione è un po’ una cartina tornasole che si rispecchia su tante altre cose).

Tania (Anne Coesens) e suo figlio Ivan vivono da clandestini in Belgio, nonostante da anni si siano integrati nella società (lei lavora, lui va a scuola).

Un giorno, uguale a tanti altri, Tania viene fermata dalla polizia e trasferita in un centro di raccolta dei clandestini per essere identificata e rispedita nel suo paese.

Qui conosce persone provenienti da diversi paesi e comincia la sua difficile lotta per poter riabbracciare il figlio, mentre il sistema sociale si dimostra sinistro e pronto a tutto per ottenere il suo obiettivo, ovvero il rimpatrio.

Rigoroso e capace di colpire duro e nel profondo grazie alla forza delle semplici immagini che si limitano a proporre quanto è intuibile capiti quotidianamente.

Fin dall’inizio, con la scena del ferro da stiro, s’intuisce come il film non scelga mezze misure, ma abbia la piena intenzione di andare a fondo, e tutto il percorso (dis)umano delle donne rinchiuse come criminali, tra la fratellanza tra le stesse (liberatoria la scena del lancio del cibo nella mensa, uno dei pochissimi sorrisi di tutta la visione) e la volontà di non perdere i propri cari ancora liberi, procede senza esitazioni e con diversi momenti emotivamente molto forti.

Solo il finale, consolatorio, un po’ scontato e non pienamente risolutivo (che però così probabilmente è proprio in linea con il problema stesso), fa perdere qualche punto ad una pellicola figlia dei tempi grigi che stiamo vivendo, che mostra una burocrazia non al passo dell’evoluzione del mondo e che ci ricorda come alla fine siamo tutti essere umani (toccante la solidarietà sull’aereo, subito seguita da un pestaggio senza attenuanti) con sentimenti e necessità basilari che sono in sintesi gli stessi.

Film quindi toccante, da far vedere nelle scuole (perché l’unica speranza per il futuro è educare chi ancora può plasmare la propria mentalità) e da promuovere perché promulgatore di uno spirito e di concetti che non possono essere lasciati in disparte.

Necessario.
VOTO : 7,5/10. 

Su Olivier Masset-Depasse

Riesce a scavare nel profondo di un tema molto delicato ed importante (senza tralasciare quello più personale, ovvero il legame indissolubile tra madre e figlio).

Su Anne Coesens

Coinvolgente, capace di rendere al meglio le emozioni del suo personaggio.
Molto brava.

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