Espandi menu
cerca
Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti

Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film

Recensioni

L'autore

giancarlo visitilli

giancarlo visitilli

Iscritto dal 5 ottobre 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 19
  • Post 2
  • Recensioni 452
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti

di giancarlo visitilli
8 stelle

A tratti la Genesi e l’origine del mondo, in altri le presenze kimkidukiane si materializzano e sottraggono fiato a quelle terrene. E’ un qualcosa di avulso, rispetto alla celluloide che si spreca, il film vincitore di Cannes 2010. Innanzitutto è una questione di vita e morte, proprie del cinema. Il tailandese Apichatpong Weerasethakul segue e si apposta accanto allo zio Boonmee, malato di insufficienza renale cronica, che ha deciso di trascorrere i suoi ultimi giorni in campagna, circondato dai suoi cari. All'improvviso, il fantasma della moglie defunta torna da lui per assisterlo, e il figlio scomparso ricompare in forma non-umana. Riflettendo sulle ragioni della malattia che lo ha colpito, Boonmee attraversa la giungla con la sua famiglia, fino ad una misteriosa caverna in cima alla collina.
E’un cinema che pone sotto la mdp il tempo e lo spazio. Quest’ultimo nella sua piena tangibilità, anche per mezzo delle immagini girate in 16mm: siamo nel villaggio di Nabua, provincia di Isan, Nordest della Thailandia. Il tempo, invece, è collassato, per cui lo spettatore ha la sensazione di riscoprirsi archeologo di reperti, ricordi e residui tutti in carne ed ossa, però. Si tratta di figure ancestrali, libere, dal bisonte alla principessa sfigurata, amata dallo spirito marino in forma di pesce-gatto. Nel mezzo le vite parallele, quelle di chi, dopo la morte, anche dei soldati tailandesi, è rimasto a convivere con “un luogo dal passato violento dove i ricordi sono stati repressi”. Quindi, un cinema meditativo, spirituale, ma cadenzato dal concreto passaggio dalla malattia alla cura, attraverso la dimensione del quotidiano. Questo abitato dal rumore della natura, dal fruscio che fan le foglie (perché di poesia si tratta), che domina la colonna sonora. Non c’è tempo e spazio neanche per le inquadrature canoniche, per i raccordi, tutto è trasmigrazione di immagini nel cinema di Weerasethakul. Lascia senza fiato il regressivo finale, quello di Boonmee verso la caverna/utero, lì dove si è soliti trovare vita, lui troverà morte. Durante quest’ultimo viaggio, la descrizione per immagini si fa genesi: la materia, la consistenza dei cieli e delle stelle che brillano, hanno a che fare con i frammenti di roccia, appena illuminati e con la leggerezza del respiro primordiale. Tutto, allora, trasmigra: potrebbe essersi trattato di una foglia, di un albero, di un pesce, di una donna o qualsiasi altra cosa; è un vedere e rivedersi in vite passate, immagini che scorrono come in un film. Tenendo gli occhi chiusi. Il fisico convive con il metafisico, in un abbraccio sul talamo che non sarà di morte, ma di semplice passaggio: è quest’abbraccio uno dei momenti più intensi del film. Forse perché rivissuta in prima persona dal regista, pare che anche il padre di Apichatpong soffrisse di fegato e che gli strumenti di cura che si vedono nel film sono identici a quelli usati a suo tempo dal padre. Ma anche altre immagini/fantasma del film, sembra che attingano dal percorso personale da cinefilo del regista: il pitecantropo nero con gli occhi di fuoco, in particolare, si rifà a personaggi di vecchi horror thailandesi, che il regista vedeva da ragazzo in tv. Non si deve dimenticare che Weerasethakul è un cineasta ma anche video artista. Il suo sguardo è portentoso, incline all’angoscia della morte, ma rassicurante. In fondo, la libertà che si crea tra lo spettatore e le immagini di questo ‘strano’ film non lasciano indifferente. Anzi, la sensazione è quella tipica di quando quel naufragare è dolce. Avviene solo nel caso in cui la poesia, e quindi anche un certo cinema, diventa l’essenza della vita.
Giancarlo Visitilli

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati