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Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti

Regia di Apichatpong Weerasethakul vedi scheda film

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La recensione su Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti

di marlucche
2 stelle

Viene presentato a Roma privo del manualetto di istruzioni Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives ma noi non ci facciamo impaurire… Arriviamo al Nuovo Sacher, c’è la fila per fare i biglietti e quella per entrare… Il pubblico è quello un po’ alternativo radical chic delle occasioni speciali… tanti caftani, sandali in cuoio rigorosamente senza tacco, trucco leggero con i colori della terra… Ciao cara, ciao caro… eppure tentano comunque di passarti avanti come ragazzotti del tufello che sgomitano per entrare in discoteca.
Inizia il film, “Che dio ce la mandi buona…” sussurro.

Di fronte alle immagini iniziali si cerca di mantenere un contegno… “Vabbè dai.. è un film tailandese…”. Per i primi quaranta minuti cerco di guardare il film con passione, del resto si dovrebbe parlare di vite precedenti… pane per i miei denti! Ma niente… c’è un fantasma che si materializza una sera a cena, poco dopo arriva un figlio scomparso che essendosi accoppiato con una scimmia fantasma si è tramutato anche lui in codesta creatura pelosa… E questo è tutto… dal niente una principessa si tuffa in un lago e si fa trombare da un pesce. Quale sottile metafora… farsi trombare da un pesce… Poi vanno tutti in una grotta.. sproloquiano un po’… scorrono dei fermo immagine sempre con queste scimmie pelose… poi il protagonista crepa, si fa un funerale, c’è un monaco che non vuole fare il monaco… si fa la doccia, poi vede un suo doppio ma va a magiarsi un hamburger. Ecco ho spoilerato... Ho raccontato tutto il film.. spero di non avervi rovinato la "sorpresa"...
Non so se si è capito… ma questo film è di una bruttezza indicibile, noioso all’inverosimile… io quando mi trovo in queste situazioni mi concentro su pensieri concreti per non precipitare nella vacua inconcludenza dei premi festivalieri. Dietro a noi una signora si lascia andare ad un commento: “Nessun senso alcuno…”.
Avrei voglia di girarmi e dire la mia… lo faccio ora:
Da dove inizio?
Questo film è brutto… ma come cazzo hanno anche solo pensato di selezionarlo a Cannes, figuriamoci di premiarlo… Vado oltre… mi chiedo a questo punto se ha un qualche senso che a giudicare i film in concorso siano addetti ai lavori, registi e attori in particolare. Siamo nella follia… Impossibile trovare una sola qualità per cui Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives abbia vinto la sessantatreesima edizione del Festival di Cannes.

Noi invece siamo a “Cannes a Roma” ribattezzata “Canne a Roma”… una rassegna dove evidentemente Tim Burton e Giovanna Mezzogiorno fanno uso di sostanze psicotrope… Il film è un bad trip e come tale io lo affronto. Pensare sempre che non sarà per sempre… che prima o poi finirà… Niente panico… Ma cazzarola sto film non finiva mai… un’ora e quaranta di martellamento lento e incessante, roba da prendere per il bavero Nanni Moretti (anche se non c’entra niente) e dirgli “Ah stronzo… Aridacce i sordi”, così solo per sfogare il malessere di essersi fatti trombare senza ritegno e non da un pesce.

 

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