Regia di Gabriele Salvatores vedi scheda film
Durante il conflitto bellico, un manipolo di soldati italiani (Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Giuseppe Cederna ecc...) si troverà confinato su un’isola greca. Pressoché isolati dal mondo esterno, i militari familiarizzeranno con la gente del posto e cercheranno di impiegare il tempo come possono.
Mediterraneo si fa interprete di quel desiderio di fuga su cui si incentra - almeno in una prima fase - il cinema di Salvatores. La vicenda si snoda dentro un perfetto mix di ironia e malinconia: se da una parte risultano ad esempio irresistibili le battute di Abatantuono - rude sergente dal cuore di panna sempre pronto a ironizzare su ciò che accade - vi è una sorta di dolce pathos che accompagna tutta la storia di questi soldati fortunati, tra musiche evocative e i bellissimi paesaggi della Grecia sullo sfondo. La loro fuga involontaria appare ovviamente metaforica di quella voglia di evasione dalle amare responsabilità della vita che gli adulti cercano a volte pur sapendo che, purtroppo, “la guerra” - ovvero l’esistenza reale - non scompare ed è pronta in ogni momento a richiamarli indietro. Premio Oscar giustamente meritato, Mediterraneo rimane uno dei migliori film italiani degli anni ‘90 che ancora oggi conserva la sua freschezza e si guarda e riguarda sempre volentieri.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta