Espandi menu
cerca
Villa Amalia

Regia di Benoît Jacquot vedi scheda film

Recensioni

L'autore

fratellicapone

fratellicapone

Iscritto dal 16 marzo 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 14
  • Post -
  • Recensioni 280
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Villa Amalia

di fratellicapone
6 stelle

Ann, una pianista/compositrice di successo, di notte segue in macchina il marito che si ferma davanti ad una casa. Una giovane donna lo aspettava e lo abbraccia e lo bacia. Da questo tradimento prende le mosse il film ma, purtroppo, non va molto lontano. Ann decide di cancellarsi dal suo mondo abituale, si ritira dai concerti, caccia il marito, vende la casa e i suoi pianoforti, distrugge tutte quelle cose che sono la storia di una persona (lettere, foto, cartoline) e con l'aiuto di un antico amico, trovato proprio la notte in cui scopre il tradimento, realizza il suo progetto di fuga. Fino a questo punto, cioè la preparazione di questa rinascita, il film prende abbastanza perchè ci si aspetta che nella seconda parte la storia abbia una sua compiutezza. Ann parte e va a Napoli e da qui a Ischia. Trova un'isola solitaria e selvaggia (ma avete presente Ischia in estate? è sommersa di macchine e di turisti) e qui prende una casa abbandonata, sicuramente abusiva, che guarda a picco sul mare,  affittandola da una signora molto poco ischitana di poche parole e scontrosa. Si rifugia in questa casa, molto spartana, senza luce e senza niente e di fronte ad una natura illuminata e illuminante sembra trovare la sua dimensione.

C'è qualche rimando, in un breve ritorno in Francia per la morte della madre, ad un passato, è ebrea ed ha cambiato il nome, il padre è scappato via quando era molto piccola e un fratello è morto da bambino.

La prima parte è intrigante perché forse il pensiero di sparire senza lasciare traccia può venire in mente in circostanze particolari della vita ma qui la fuga, che prende le mosse dalla scoperta del tradimento, in realtà ha un la sua origine in una infelicità profonda che si fatica a comprendere e il film non la spiega. Anche nella musica che compone, fatta di note sparse e dissonanti, emerge tutta una sofferenza personale che trasmette a tutto il film e allo spettatore.

Isabelle Huppert domina con la sua presenza tutto il film ed è molto brava. Anche Anglade, l'attore che impersona l'amico ritrovato se la cava bene. Inesistenti gli altri personaggi anche come attori.

 

Una notazione a margine: a Napoli Ann si libera della valigia per usare uno zainetto. Con la valigia vuota si avvicina a un cassonetto ma un ragazzino la guarda. Lei capisce che lo il ragazzo lo vorrebbe e fa il gesto di offrirglielo. Il ragazzino capisce e parte di corsa e glielo scippa e scappa via. Morale: a Napoli ti scippano anche le cose che vuoi regalare!

 

 

(film visto a Centro Culturale Francese di Palermo)

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati