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Sentirsidire - quello che i genitori non vorrebbero mai

Regia di Giuseppe Lazzari vedi scheda film

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vicky13

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sentirsidire - quello che i genitori non vorrebbero mai

di vicky13
6 stelle

SENTRSIDIRE. SENTIRSI DIRE  cosa?-
QUELLO CHE I GENITORI NON VORREBBERO MAI.
Ma nemmeno ciò che i figli non vorrebbero mai.
È un mondo in cui nessuno si salva  e che non promette vie di scampo  o redenzione ( forse l’amicizia..ma un amicizia alla Thelma & Louise,) quello che ci presenta l’ormai quarantenne Giuseppe Lazzari con la sua opera prima .
 Il film si apre con delle timide riprese che sembrano quelle di un quasi sereno  filmino famigliare : episodi dell’ infanzia trascorsa al parco, del ragazzo bresciano, Ludovico  (Francesco Mariottini, ballerino della trasmissione,Talent scout, più famosa d’Italia: Amici - primo esordio cinematografico) intento a giocare con la bici sotto l’occhio vigile della madre e di un padre assente .. per poi farsi più ferme e sicure sull’ infanzia più scanzonata  e spericolata  del ragazzo di Agrigento, Filippo, nella zona popolare di  Villaseta,  (Vincenzo Taormina - primo esordio cinematografico): la Sicilia; un isola bella e selvaggia e lungo la spiaggia di San Leone battuta dal vento, un ragazzo con poche speranze.. Le storie dei relativi paesaggi ci mostrano due Italie e due persone che non potevano essere più  diverse: diverse  le origini, l‘ambiente ed  i caratteri dei personaggi, interpretati da  giovani acerbi, inesperti attori, che recitando  a volte molto sforzatamente, ci  danno lo spaccato di due realtà giovanili antitetiche , ma che soffrono allo stesso modo e  pagano sul loro corpo  gli stessi errori ed abusi di un mondo adulto. Un mondo adulto, che in ambienti diversi nutre  gli stessi vizi; quello di un mondo di ricchi , dove le perversioni vengono consumate a pagamento nel lusso di un albergo, sulla pelle di ragazzi che per denaro vendono il proprio corpo e quelle di un mondo di “poveri”, che  si tolgono i loro “ sfizi” in uno squallido “cesso” di uno squallido bar,  adescando i bambini più  remissivi, sconquassandone la  esistenza.
Un  mondo dove non si salvano, nè i ricchi avidi solo di denaro, nè i poveri che devono emigrare e rischiare la vita, per avere quello stesso denaro, che per uno serve per vivere quasi dignitosamente, mentre per l'altro , che ce ne ha in abbondanza,  serve   per il superfluo e più; festini,  auto di lusso,   sesso.
Un mondo in cui il potere sembra essere  solo maschile ed in  cui le donne sembrano non aver molta voce in capitolo , perché in casa non portano soldi e sebbene siano amorevoli coi lori figli, questi vengono lasciati vivere in solitudine ed in un vuoto anaffettivo ,  privo di valori.
I due giovani, l’uno strafottente, pieno di sé e pieno dell’onnipotenza, conferitagli dal denaro, cresce negli agi e nell’irresponsabilità, in un mondo falso, vacuo, effimero, fatto di superficialità e non  riuscirà a laurearsi, l’altro, segnato da un infanzia di abusi e vessazioni, cresce in modo solitario, sviluppando una sensibilità ed un modo di comunicare diversi che troveranno solo nel disegno la sua massima espressione, diventerà ingegnere e sarà costretto ad emigrare al nord con la famiglia per vivere. Sono due ragazzi entrambi segnati dalla solitudine e li accomuna una morte che troncherà  la loro esistenza . Per Ludovico , la morte dell’unica fidanzata amata, lo farà diventare quello che è: arrabbiato col mondo ed estremamente immaturo, mentre per Filippo, la morte tragica del padre sul lavoro, lo porterà incredibilmente a fare per vivere quell’abuso che da bambino era stato costretto a subire. Non credendo più nella società,  in un mondo dove tutto costa e soprattutto costa guadagnarselo, in un mondo che non offre lavoro , entrambi si lasciano scivolare in questo stesso mondo perverso, cascandoci dentro in modo naturale, come lecita conseguenza per l’identico bisogno di denaro; uno perché il padre ha messo il figlio alle strette, l’altro per indigenza. Così, attratti dal denaro facile, non si sa come e perché, nulla a che vedere coi  “ragazzi di vita”di Pier Paolo Pasolini, finiscono per  prostituirsi nei dintorni di Piazza Trento a Milano, si incontreranno in una lite manesca,  diventando poi, veri amici o complici di fuga. Una fuga che, volendo terminare forse, in un comune suicidio nel vuoto, dopo la comune presa di coscienza delle brutture del mondo adulto, artefice e responsabile, delle loro stesse scelte sbagliate ed autodistruttive, termina invece in un bel tuffo in mare dall’alto di una rupe della Costa Azzurra, lasciando presagire forse una latente omosessualità.
La storia incuriosisce, data la mole delle tematiche affrontate , molte e troppe  e a questa mole fanno seguito delle tesi e delle conclusioni forzatamente arbitrarie, prigioniere, a priori, della trama “arzigogolata” di un film che sa di più di fiction e di reality cinema.
E’ un opera prima che lascia perplessi e svuotati,  perché dopo tanto “raccontare” lascia comunque  lo spettatore in sospeso.
 
 

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