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Il medico della mutua

Regia di Luigi Zampa vedi scheda film

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La recensione su Il medico della mutua

di LorCio
8 stelle

Il rampante Guido Tersilli ha studiato medicina per volere dell’ambiziosa madre. Ammesso nella cerchia di assistenti di un luminare della scienza primario ospedaliero, l’arrivista dottorino si attira tutte le invidie e le ire dei colleghi per la sua evidente ricerca alla conquista di più mutuati possibili: entrato nelle grazie del primario e delle suore, riesce ad accaparrarsi i mutuati di un collega moribondo, di cui seduce ed abbandona la spregiudicata moglie.

 

Satira pungente e brillante sulla malasanità italiana, tratta da un romanzo del medico Giuseppe D’Agata (un insider, insomma), è una delle più importanti commedie all’italiana del decennio per lo straordinario equilibrio di umorismo, cinismo ed osservazione della realtà. Diretta con energico brio da quell’onesto e ottimo regista che fu Luigi Zampa (che sarebbe tornato sul tema nel più drammatico Bisturi la mafia bianca), è una commedia amarissima non tanto nella smagliante messinscena (ritmo pazzesco, artigianato ai massimi livelli industriali) quanto nella pesantissima argomentazione affrontata con esimio sfoggio di sprezzatura d’altri tempi (sceneggiatura del grande Sergio Amidei con Sordi e Zampa).

 

È certamente un veicolo per il protagonista, un memorabile Alberto Sordi all’apice della propria, è il caso di sottolinearlo nuovamente, particolarissima carriera (che è un compendio saggistico in chiave narrativa del cosiddetto italiano medio del dopoguerra). Col viscido, egoista, ambizioso dottor Guido Tersilli, Sordi, con la complicità di un regista esperto e l’indimenticabile marcia di Piero Piccioni che l’accompagna per tutto il film, trova non solo uno dei suoi personaggi più belli e ripugnanti, ma anche l’occasione di contenere la sua recitazione dilagante nei ranghi di un mostruoso anonimato piccolo borghese. Accanto a lui, uno stuolo di comprimarie d’eccezione, da una strepitosa Bice Valori al cammeone di Pupella Maggio (Nastro d’Argento per cinque minuti in scena) passando per Nanda Primavera (doppiata da Lydia Simoneschi), nel ruolo pazzesco della madre avida e bramosa di riscatto.

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