Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Enoch è un ragazzo che ce l’ha col mondo intero per averlo privato dei genitori in un incidente stradale, e che ha lo strano passatempo di visitare i funerali altrui. Ad una di queste funzioni incontra Annabelle, malata di cancro, con cui nasce l’amore. Una storia che richiama da vicino il celeberrimo “Love Story” ma con una sobrietà e un controllo delle sensazioni sorprendenti, una trama già vista che però Gus Van Sant sa manipolare con mestiere anche se a tratti il regista del magnifico “Elephant” si lascia andare a qualche banalità di troppo (tipo i due protagonisti che parlano sulla tomba dei genitori di lui e il fantasma del kamikaze). L’atmosfera è malinconica e permeata dalla sensazione dell’imminente tragedia ma non si scade mai nella lacrima facile e anche nel finale si tiene magnificamente la retta, la colonna sonora non è invasiva e i due protagonisti Henry Hopper e Mia Wasikowska sono abbastanza bravi. Peccato per qualche caduta narrativa e per una storia che, nonostante sia plasmata benino, è francamente fastidiosa e straabusata.
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