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L'amore che resta

Regia di Gus Van Sant vedi scheda film

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La recensione su L'amore che resta

di mm40
4 stelle

In una prospettiva laica, Malick farebbe film di questo tipo. L'idea di fondo è quella di un romanticismo a oltranza, di quello che vince anche la morte insomma, con un retrogusto (amarognolo) di vaga 'speranza' o comunque di ottimismo gratuito e completamente fuori luogo, tutta roba che va a schiantarsi impietosamente contro l'esasperata ricerca del tragico della trama (a un certo punto è normale correre a toccare ferro, oggetti scaramantici vari o parti anatomiche atte all'uopo). Il tutto, infine, decorato come uno spot o una sfilata di moda. Non è chiarissimo dove volesse arrivare Van Sant con questa fiaba nerissima, luttuosa in una maniera talmente programmatica da causare risate di scherno piuttosto che coinvolgimento emotivo; la sceneggiatura è di Jason Lew, esordiente, ed è davvero difficile capire dove pretendesse di essere originale o interessante. Suona tutto di una banalità estrema e nulla cambierà questa opinione dalla prima all'ultima scena: e allora? E allora, se proprio vogliamo tentare di giustificare il fiasco, Van Sant si è preso una 'vacanza di lavoro' per girare un piccolo film romantico sul tema della morte (o meglio del culto della morte: ma si consideri La camera verde di Truffaut, 1978, per notare in un attimo la differenza siderale fra i due lavori), sempre rovistando nell'universo dei suoi amati adolescenti e sempre tenendosi alla larga dalla presenza dei genitori, inclusi solamente quando si tratta di fare colpe a qualcuno. Forse fa tutto parte di un percorso di severa autoanalisi da parte del regista, forse è stato solamente un incidente sulla via, eppure L'amore che resta (traduzione - per quanto logicamente neppure insensata - a dir poco maccheronica dall'originale Restless) lascia parecchio amareggiati. Henry (figlio di Dennis) Hopper è quasi debuttante, mentre Mia Wasikowska è già attiva da qualche anno: la coppia funziona, ma come funziona fondamentalmente tutto quanto nel film: luci (Harris Savides), musiche (Danny Elfman), montaggio (Elliot Graham) e via dicendo, perchè Van Sant sa comunque il fatto suo. Ma confezionare una bella scatola vuota non è ad ogni modo considerabile un lavoro riuscito. 4,5/10.

Sulla trama

Storia di due adolescenti. Lui ha perso i genitori in un incidente d'auto ed è stato a lungo in coma; lei sta morendo di cancro. Si incontrano a un funerale: e dove meglio? Si innamorano e vivono felici e contenti i pochi giorni rimasti da vivere insieme.

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