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The Way Back

Regia di Peter Weir vedi scheda film

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La recensione su The Way Back

di giorgiobarbarotta
6 stelle

Fuga dal gulag e in cammino nelle estreme terre selvagge. Un manipolo di prigionieri scappa dall'inferno della reclusione dittatoriale comunista e si getta a capofitto, a costo della vita ("morire sì, ma da uomo libero"), nell'impervia e proibitiva natura siberiana. Dapprima il Generale Inverno, con gelo, fatica e fame a farla da padroni, poi la clandestinità e l'interdipedenza coatta, infine le distanze e la necessità di dover raggiungere Mongolia e India, passando per deserto del Gobi, Tibet e Himalaya, li sottoporranno ad un massacrante viaggio da cui non usciranno integri. Affascinante per storia e ambientazioni (una Natura madre e carnefice, spietata e magnifica al contempo) questo La Via Del Ritorno del bravo Peter Weir è un curioso episodio di cinematografia corale. Manca un vero protagonista principale e tutti i personaggi sono poco delineati. La sceneggiatura è grossolana e spigolosa. Eppur il film affascina ed appassiona, merito dei paesaggi da National Geographic, che non a caso  figura tra i produttori, e soprattutto merito dell'incredibile marcia forzata e delle vicende ad essa legate, motivo a sè stante, oltre che spunto vincente di partenza, della pellicola. Interpreti efficaci e facce giuste, in primis il solito eccellente Ed Harris. Finale poetico ed evocativo pur se leggermente frettoloso. Girato tra Bulgaria, Marocco e India. Meriterebbe maggior visibilità, quanto meno per le vicende trattate nella primissima parte.

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