Regia di Gruppo Zero vedi scheda film
A un anno esatto da quel boato che ha inghiottito L’Aquila, tra le mani è rimasta, o si è formata, forse solo una certezza: e cioè che non esistono catastrofi naturali ma solo catastrofi umane. Il che non significa scagionare ciò che convenzionalmente siamo abituati a chiamare Madre Natura (senza scomodare poi, per chi ci crede, entità ancora superiori) ma semplicemente comprendere che per ogni mancanza c’è una conseguenza e per ogni colpa un colpevole. Come le imprese edili, che hanno fatto la cresta su tecniche e materiali, in primis il cemento; o come gli amministratori, che erano stati informati del rischio non solo possibile ma addirittura probabile, e che ciò nonostante hanno preferito aggiungere speculazione a speculazione. Dall’interno di uno studio volutamente asettico, Paolo Calabresi (che in questo modo dà voce al Gruppo Zero, un collettivo di giornalisti e cineasti fautori di un’informazione libera e corretta) diventa il punto di annodo di interviste e testimonianze a sismologhi, geologi e avvocati, con l’obiettivo di guidarci all’interno di una disamina asciutta e sfaccettata del dramma. Che non punta il dito contro il singolo ma piuttosto contro un certo sistema di metodo, risparmiandoci - nel contempo - il tranello di una facile pornografia iconografica.
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