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Maurice

Regia di James Ivory vedi scheda film

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La recensione su Maurice

di steno79
7 stelle

 Maurice è un giovane studente universitario che si innamora di un compagno di college, Clive, vivendo il tormento di una passione purtroppo innominabile. Clive, dopo la rottura con Maurice, deciderà di sposarsi con una donna per avere una vita sociale più « rispettabile » ; Maurice deciderà di seguire le proprie inclinazioni e intraprenderà una relazione con un guardiacaccia. 

Maurice è il romanzo « segreto » di Forster, terminato nel 1914 ma pubblicato soltanto nel 1971, dopo la morte dell’autore, a causa della tematica « scandalosa » riguardante una storia d’amore omosessuale, tema fortemente autobiografico per lo scrittore.  L’adattamento di Ivory è fedelissimo alla pagina letteraria di Forster, molto scrupoloso nel restituire il senso del racconto e il clima di repressione sessuale dell’Inghilterra di inizio Novecento. Rispetto a “Camera con vista” si registra un lieve passo indietro, forse perché Ivory si preoccupa un po’ troppo della fedeltà alla lettera e non riesce a catturare lo stesso incanto figurativo del film precedente, ma gli attori sono ugualmente molto bravi: James Wilby restituisce in maniera convincente e con ricchezza di sfumature interpretative il tormento del protagonista e la sua finale accettazione; un giovane e ancora poco conosciuto Hugh Grant recita con bravura nel ruolo di Clive (ma il suo rimane comunque un “supporting role”), mentre Rupert Graves è spontaneo e adeguato nel ruolo dell’umile guardiacaccia. Tuttavia, il film appartiene principalmente al biondo James Wilby, attore che tornerà con Ivory in “Casa Howard” in un ruolo da “cattivo” ugualmente ben interpretato, e che in seguito ho un po’ perso di vista. Rispetto al romanzo è stata aggiunta una sottotrama dove uno dei personaggi viene arrestato e processato per sodomia come Oscar Wilde, efficace soprattutto nel rafforzare la denuncia di un assurdo sistema giudiziario che favoriva il ricatto e l’intimidazione delle persone omosessuali. E’ stato percepito come un film un po’ troppo “freddo” e accademico nonostante l’argomento controverso e ha avuto meno successo rispetto ai film più famosi della “Merchant Ivory productions”, ma rimane un adattamento di buon rilievo del romanzo e conferma la perizia registica di Ivory.

Voto 7/10

 

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