Regia di James Ivory vedi scheda film
Un colpo di fulmine nel 1987 quando uscì carico di premi al festival di Venezia e rivisto dopo vent'anni ancora perfetto bellissimo e sopratutto non ha perso nulla di quel sentimento struggente che l'attraversa quasi in ogni momento, anche in quelli più difficili, fino a culminare nella scena finale che è a mio parere una delle più intense in assoluto proprio per quel movimento all'indietro nel tempo e nella memoria che è descritto con assoluta semplicità da Ivory eppure scatena nello spettatore lo stesso sentimento che in quel momento prova Clive che ha abbandonato la condizione precedente ma non ha dimenticato la felicitè che ha provato. Lo so mi sono dilungata in un periodo proustiano, ma questo film se lo merita. E' semplicemente perfetto, equilibrato, pieno di sentimenti senza cadere nel sentimentale o nel morboso, con attori (allora) giovanissimi inesperti ma solo a livello di curriculum, in realtà tutti e tre rivelano una maturità notevole sopratutto nel rendere ruoli decisamente difficili, e in un momento, gli anni 80 in cui un certo tipo di discorso più esplicito stava venendo prepotentemente fuori. Inoltre Ivory e gli sceneggiatori non tradiscono il testo di Forster, ma riescono con pochissimi interventi sia a mettere in luce personaggi e situazioni, sia a spiegare cose che riuscirebbero altrimenti incomprensibili al pubblico del 1987 o peggio del 2009 e cioè la situazione giuridica delle persone omossesuali nell'Inghilterra edoardiana (ricordiamo il celeberrimo processo a Wilde che terminò con la condanna dello scrittore) e sia la temperie culturale che si nutriva di filosofia greca e nella fattispecie ateniese, ma ne ripudiava un'aspetto importante e cioè la pederastia, perché finiva con lo scontrarsi con la morale anglicana più rigida e puritana di quella cattolica. Insomma un compito non facile sopratutto per riuscire a stare in equilibrio fra racconto e sentimento senza cadere nel morboso o nel colore d'epoca.
Bellissima e struggente
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