Regia di Michael Lander vedi scheda film
Cillian Murphy di nuovo alle prese con abiti femminili, ma senza la soave poesia di Breakfast on Pluto, in una storia che getta uno sguardo oscuro sugli abissi della mente. Abusi infantili che vengono lasciati all’immaginazione creano uno sdoppiamento di personalità che piacerebbe molto a De Palma o al Cronenberg di Spider. Un protagonista in stato di grazia capace di travalicare un soggetto e una sceneggiatura a tratti poco incisiva. A conti fatti comunque Peacock (che non è un pavone bensì il nome della cittadina dove si svolgono i fatti) si lascia vedere con un certo interesse anche per una messa in scena rigorosa e di una certa eleganza.
Del tutto ininfluenti le presenze di Susan Sarandon e di “Juno”… Cillian Murphy infatti ruba la scena a tutto il cast con la sua immedesimazione densa ma misurata. Una storia sul dolore che sembra essere sotto gli occhi di tutti e invece resta ad appannaggio di chi lo subisce, con il danno, oltre alla beffa, della doppia condanna tra passato e presente. Non si tratta di un capolavoro ma di un prodotto solido capace di presentarsi con una completezza di intenti e una buona caratterizzazione dei personaggi. Con un buon trailer, due righe sull’argomento “scabroso” e una programmazione (a Roma) tra Mignon e Quattro Fontane avrebbe anche incassato qualche euro…
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