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Il debito

Regia di John Madden vedi scheda film

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La recensione su Il debito

di gerkota
7 stelle

 

 

USCITO NEI CINEMA ITALIANI IL 16/09/2011

VISTO SU AMAZON PRIME VIDEO

 

Come una bugia madornale può devastare la vita di una persona, con una reazione a catena che non consente ripensamenti e non lascia spazio alla verità. La menzogna grava per sempre su coloro che l’hanno diffusa, come un debito inestinguibile se non con la morte.

 

 

È ciò che capita a tre giovani, sfortunati e sprovveduti agenti del Mossad (la coriacea intelligence di Israele) cui negli anni Sessanta del secolo scorso è affidato il delicato incarico di acquartierarsi a Berlino Est per catturare e trascinare nello Stato ebraico il famigerato Dieter Vogel, chirurgo del campo di concentramento di Birkenau, perché sia sottoposto al meritato processo e quindi condannato a morte. L’ex medico delle SS è riuscito a sfuggire al Processo di Norimberga e ora fa quietamente il ginecologo nella porzione sovietizzata della capitale tedesca. Sulla sua ‘non-coscienza’ pesano centinaia di individui, soprattutto bambini, deceduti perché utilizzati come cavie per disumani quanto improbabili trapianti di organi.

 

 

Questa pellicola (remake del film Ha-Hov, 2007) del regista John Madden (Miss Sloane - Giochi di potere nel 2016) si inserisce in un sottogenere dello spionaggio, che è quello della cattura di criminali nazisti che la fecero franca e si ricostruirono una vita dopo la seconda guerra mondiale, con la complicità o meno di Paesi stranieri. Qualcuno vi riuscì addirittura senza lasciare la Germania. Ci viene in mente un precedente di discreto valore, Operation Finale (2018), in cui a finire nel mirino degli agenti segreti israeliani è addirittura lo spietato Adolf Eichmann, responsabile operativo - insieme ad altri - dello sterminio degli ebrei.

 

 

In Il debito il rimpallo frequente tra le vicende degli anni Sessanta e il presente ambientato a fine anni Novanta, appesantisce e rallenta il flusso narrativo. È una soluzione rischiosa che comunque, nel complesso, il regista riesce a padroneggiare senza condizionare troppo la godibilità dell’opera. Tanti gli attori di valore arruolati, vista la necessità di impersonare i protagonisti sia da trentenni sia da sessantenni: brava e bella Jessica Chastain, plausibile nell’invecchiamento di una sempre sicura Helen Mirren; accettabile anche il passaggio di staffetta tra Marton Csokas e Tom Wilkinson, anche se quest'ultimo è talmente sempre ‘nella parte’ da rendere ingrato il paragone per molti interpreti; meno funzionante l’avvicendamento temporale che vede in campo Sam Worthington e Ciarán Hinds, in particolare per l’assoluta mancanza di somiglianza fisica.

 

 

Il film è coinvolgente grazie a un buon ritmo, soprattutto nella parte dedicata alla cattura del criminale nazista, con una nota di merito per le scene in cui l’agente donna si finge una paziente del ginecologo ex aguzzino di migliaia d’innocenti ed è costretta a farsi mettere le mani addosso da quell’uomo il cui solo nome è sufficiente a farle provare orrore e ribrezzo. Il finale è un po’ forzato ma non inficia un giudizio più che discreto. Consigliato, voto 7,4.

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