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Marocco

Regia di Josef Von Sternberg vedi scheda film

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La recensione su Marocco

di passo8mmridotto
8 stelle

Marocco non è il solito film americano prodotto in quegli anni con mire colonialistiche neanche troppo celate, il Sahara esercitava il suo fascino ammaliante e misterioso, e nazioni europee limitrofe vi fondavano colonie non sempre con scopi pacifici. La Francia e la Spagna imperversavano con la loro Legione Straniera, composta da mercenari pronti a tutto, per la gloria ma sopratutto per il denaro.

Le storie di questi particolari film si assomigliavano nei contenuti, e peggio ancora ricordavano le battaglie tra indiani e soldati americani nelle praterie del Far West. I legionari stranieri si coprivano di gloria, molti morivano ammazzati, e si cercava di dare il contentino agli arabi prima di ridurli a più miti consigli.

Ma la produzione di Marocco ,affidata a Hector Turnbull, voleva il massimo, quella sceneggiatura di Jules Furthman, tratta dal romanzo omonimo di Benno Vigny, poteva emergere dalla mediocrità del momento, sfruttando tra l'altro un attore di primo piano quale era già Gary Cooper.

La regia fu affidata a Josef von Sternberg, di origine austriaca, in quanto in quello stesso anno aveva avuto grande successo in Germania, con "L'angelo azzurro", che aveva decretato l'inizio del mito di Marlene Dietrich. Un anno prima, Sternberg aveva "sfondato" in America con "The Docks of New York" (I dannati dell'oceano,1929). I suoi esordi nel cinema non erano stati felici, sino a quel momento, ma la intuizione di scritturare la Dietrich decretò il suo successo, tanto che le fece interpretare quasi tutti i suoi film:  "Disonorata" (1931) - "Shanghai Express" (1932) - "venere bionda" (1932) - "L'imperatrice Caterina" (1934) e "Capriccio spagnolo" (1935). 

In Marocco troviamo molti ingredienti in comune con altri film del genere, questo era inevitabile, era necessario rispettare il romanzo di Vigny, ma tutti gli avvenimenti del film sono nobilitati dalla forte personalità dei due grandi attori.

L'inizio fu burrascoso, perchè il titolo del film era un'altro, "Amy Jolly the Woman of Marrakesh". Gary Cooper si oppose ferocemente, perchè temeva che così la star del film sarebbe stata la Dietrich. Nella locandina originale, Gary Cooper volle il suo nome sopra quello di Marlene, e non affiancato.

La storia è molto intrigante, ed è ambientata a Marrakesh, sede della Legione Straniera del Marocco Spagnolo. Tom Brown(Gary Cooper) è un americano arruolato in quella Legione, gode fama di dongiovanni ed è l'amante della moglie del suo comandante Madame Caesar(Eve Southern). Arriva in città una cantante di cabaret, Amy Jolly (Marlene Dietrich) e da quel momento Tom rivede il suo modo di pensare le donne, si innamora di Amy, che a sua volta è l'amante di un ricco pittore.

Madame Caesar non ha nessuna intenzione di essere messa da parte, e per giunta per colpa di una cabarettista, per cui decide di vendicarsi, organizzando un attentato contro Tom, che riesce a sventarlo, e decide di non denunciare il fatto. Ma il comandante Caesar non può perdonare Tom per avergli insidiato e sedotto la moglie, per cui decide di mandare Tom in missione nel cuore del Sahara, sapendo che non potrà ritornare vivo alla Legione. Amy Jolly decide di seguirlo...

La visione di questo film ci riporta in un tempo ormai tanto lontano, a intrecci amorosi molto sofferti, a uomini che combattono battaglie alla ricerca di improbabili vittorie, o della fine con onore, tra le sabbie roventi di deserti sconfinati.

Il regista Sternberg ha il grande merito di aver realizzato un'opera nella quale, al di la dell'ambientazione esotica così lontana dagli stereotipi del cinema americano di quel determinato periodo, fatti salvi i mediocri tentativi di emulo-imitazione del genere, ha saputo riunire il grande Gary Cooper, l'astro nascente Marlene Dietrich, di origine tedesca, attori comprimari di origine francese, e un cast tecnico partecipato da collaboratori quasi tutti di origine europea. Forse per non dimenticare la sua Vienna, dove era nato nel 1894, per morire a Hollywood nel 1969.

 

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