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Crazy Heart

Regia di Scott Cooper vedi scheda film

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La recensione su Crazy Heart

di supadany
8 stelle

Sicuramente il film in questione non affronta temi innovativi o particolarmente originali, ma ha il raro dono di essere coinvolgente mostrando aspetti semplici, senza appesantimenti di sorta e con uno spirito realistico e naturale che non si trova di sovente.

Bad Blake (Jeff Bridges) è un cantante country, con un glorioso passato alle spalle, la cui vita, a 57 anni suonati, non promette nulla di buono per il futuro.

Beve come una spugna, fuma come una ciminiera, sopravvive (non ha un dollaro in tasca) con concerti in locali di terza fascia nei quali si presenta sempre dimesso, ma sempre con gran cuore.

Un giorno conosce Jean (Maggie Gyllenhaal), una giornalista di provincia, e qualcosa comincia a smuoversi dentro di lui, seppur lentamente.

Intanto rientra in contatto con la star Tommy Sweet (Colin Farrell), da lui lanciato ad inizio carriera, e oggi le parti sono invertite; seppur il loro rapporto passato non sia stato dei migliori, gli si aprono lentamente prospettive nuove.

Dopo un incidente (smarrisce il figlio di Jean), decide di disintossicarsi e riprendere in mano la propria vita anche se per alcune cose importanti sarà ormai troppo tardi.

 

 

Il film ha la capacità di entrarti dentro, grazie ad un racconto ben calibrato che procede per passi senza esasperazioni, mostrando dei processi di sensazioni propri della vita reale (rapporti andati male, figli abbandonati, solitudine) in grado di lasciare un bel segno nel cuore.

Parte molto bene (Bad sempre ubriaco ha una serie di battute molto buone), ha qualche momento più fiacco nella seconda parte (alcune scene non proprio fondamentali), ma si riprende benissimo sul finale, in grado di mescolare sapientemente gioia ed amarezza (senza accomodamenti eccessivi) lasciando a lungo nel post visione sensazioni diverse ed avvolgenti.

Ovviamente gran merito per la riuscita del film va attribuito ad uno strepitoso Jeff Bridges che, come il vino, più invecchia più diventa bravo, ma anche gli altri co-protagonisti offrono tutti il loro valido contributo, orchestrati con disinvoltura dal regista Scott Cooper.

Dunque un film caratterizzato da una struttura decisamente semplice, ma che vive su una naturale ispirazione collettiva che odora di vera vita vissuta.

Vitale.

 

Scott Cooper

Racconta una storia semplice e non nuova, ma riesce a trasmettere sensazioni vere ed a gestire ottimamente un gran bel cast.

Jeff Bridges

Lussuoso, praticamente si trasforma in Bad Blake, regalando tantissime cose al suo pubblico (cioè noi).

Insomma l'esperienza conta per lui come per il suo personaggio.

Mitico.

 

Maggie Gyllenhaal

Difficile trova in giro un'attrice più dolce e naturale, lontana anni luce da qualsivoglia artificio.

Qui molto brava, una delle sue prove migliori.

Colin Farrell

Nei panni della star ci sta molto bene anche se il suo spazio è limitato, ma ha il merito di essersi immedesimato alla grande.

Robert Duvall

Piccolo ruolo che fa da sfondo, ma riuscito.

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