Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Ancora una volta l'abominio dell'Olocausto. Ma il cinema è anche coscienza collettiva, e le atroci aberrazioni subite dagli internati nei campi di concentramento nazisti significano sempre e comunque testimonianza, monito a non dimenticare, a non sottovalutare, a non abbassare la guardia. Vestito addosso ad un Goldblum mai così bravo dai tempi de La Mosca, la risurrezione dell'ex clown ebreo Adam avviene attraverso la solidarietà e l'aiuto ad un altro paziente affetto da gravi turbe psichiche, un bambino. Il labirinto della mente viene scandagliato danzando sull'ambiguità pazzia/finzione scenica in una discesa agli inferi in cui l'autentica follia dell'uomo è rappresentata dal Dafoe carnefice. Schrader sbatte in faccia allo spettatore un film duro e terribile
che si annovera tra le sue cose migliori.
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