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Somewhere

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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La recensione su Somewhere

di BobtheHeat
4 stelle

Una Ferrari nera gira a vuoto. È Quella dell’attore “GionniMarco”. Scopriremo nel corso del film, tra brevi e fugaci incontri sessuali (divertenti ma anche a dir poco soporiferi) in alberghi più o meno lussuosi, feste a sorpresa nella sua abitazione presso il pare mitico “Chateau Marmont “ di Los Angeles, nelle quali ovviamente i corpi dei partecipanti si sfiorano senza mai realmente incontrarsi, interminabili e angoscianti sedute presso i set degli effetti speciali, stupide e noiose interviste per promuovere i film in uscita, surreali preamiazioni all’estero più kitsch dei casinò di Las Vegas, la sua (non) vita da Star sembra non scorrere mai: non andare verso alcuna direzione. La conferma al nostro in tal senso, gli viene data da un “forzato lungo incontro” con la giovane figlia, (carino il momento che vede i due scherzare sott’acqua in piscina) a lui affidata dalla ex moglie, che esaurita evidentemente al suo pari, ha deciso di prendersi un periodo tutto e solo suo. E' una salutare ventata di freschezza. Andare avanti così, padre assente e stronzo pieno di sè, non è proprio possibile. È tempo di crescere, di finirla di “non/essere” nessuno, di diventare veramente uomini: e se necessario, persino di abbandonare la sua beneamata Ferrari ai margini di una strada. Sofia Coppola descrive ancora una volta, con un stile molto vicino a quello della New Hollywood anni ’70 esaperando e dilatando volutamente i tempi della narrazione, quello che conosce meglio. Il disagio di far parte di un mondo in cui alla fine non ci si riconosce. Una vita vuota e senza vie d’uscita. Il non-ritmo del film, che farà soffrire molti ma molti spettatori, specie forse coloro che si aspettavano un’ambientazione più glamor e fascinosa del mondo dello spettacolo, è particoalarmente funzionale, al pari della scelta musicale alla sua costruzione. Diversamente da quanto stabilito dalla giuria di Venezia, tuttavia credo che il film non abbia affatto la forza dei precedenti lavori della Coppola, non avendo alcun momento cinematografico realmente incisivo. La mano della regista è sin troppo pacata. Con il materiale a disposizione, servivano più cattiveria e salutari dosi di acida ironia. Troppo appiccicati certi momenti (la telefonata in richiesta d’aiuto alla moglie, il pianto della figlia in auto che sente la mancanza della madre), non all’altezza la presenza di Stephen Dorff  nel ruolo del protagonista, frettolosa la chiusura finale. Alla fine, oltre al rombo assordante della Ferrari, rimane troppo poco allo spettatore. Per Sofia Coppola questo film sembra rappresentare un momento di transizione. Ed è tempo di raccontare anche altro. Voto: 5    

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