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La bocca del lupo

Regia di Pietro Marcello vedi scheda film

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Eleonora Harris

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La recensione su La bocca del lupo

di Eleonora Harris
6 stelle

Cronaca della vita quotidiana di emarginati residenti a Genova.
"La bocca del lupo" è, a dir poco, un film eclettico, imperfetto ma onesto. Le sequenze iniziali, nonché poche altre, sembrano rievocare quel legame quasi viscerale che unisce l'uomo e il mare, già esplorato nel capolavoro di R.J. Flaherty "L'uomo di Aran" (1934). Il sodalizio tra immagine e musica cattura l'immaginazione e il cuore dello spettatore appena prima che questi sia catapultato in una bruta realtà, narrata con grazia per mezzo di un'impostazione documentaristica priva di quella retorica strillata nella politica e in parte dell'opinione pubblica attuale. Infatti, i due interpreti principali sono ex detenuti, emarginati, alienati dalla società come i pescatori genovesi nel mare vuoto e burrascoso. Non vi è nessuna apologia, entrambi sono consapevoli delle scelte che hanno compiuto e rifuggono l'autocommiserazione sulla quale si innestano i discorsi paternalistici di figure prominenti che inneggiano alla rieducazione a tutti i costi. La loro solitudine è riflessa nell'angosciosa oscurità dei vicoli genovesi e la loro aridità spirituale, nata da una vita vissuta nel degrado, è resa per lo più tramite la costante ripetizione delle stesse formule lessicali e degli stessi atteggiamenti. L'affetto elementare, quasi disperato, che tiene insieme i due è commovente, così come la tenerezza senza fronzoli che essi esprimono reciprocamente. Le osservazioni da fare sarebbero ancora molte, ma l'aspetto più interessante del film è forse direttamente collegato al suo titolo, al di là del riferimento al romanzo di Remigio Zena. Cosa significa "la bocca del lupo" in questo specifico contesto? Ognuno avanzerà la propria opinione, dato che il materiale dal quale attingere è assai ricco di spunti, e tuttavia chi scrive ritiene di dover necessariamente ricondurre tale espressione al mare nella sua dinamicità. Infatti, esso non è concepito come mero elemento naturale, bensì come mangiatore del tempo e dei ricordi, forza inquieta e minacciosa, ma, allo stesso tempo, dotata di una purezza che trascende gli argini posti dall'uomo e capace di travolgere le piccolezze di quest'ultimo (le immagini del porto sono da antologia). La costante dialettica tra memoria e catarsi è il filo rosso della storia, se invero esiste una storia, e coinvolge tutti i personaggi, umani e non. La bocca del lupo è il limen, il fragile equilibrio sul quale si misura la dignità umana, capace di affrontare le onde eppure restia a saltare dallo scoglio, pur di non lasciare indietro un tenue barlume del passato, sempre accompagnato dalla lucida consapevolezza delle scelte fatte e dalla volontà di subirne le conseguenze.

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