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Mary and Max

Regia di Adam Elliot vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mary and Max

di elendill
8 stelle

Mary e Max stanno al mondo in un modo storto e sbilenco: comunemente sbagliati, ufficialmente (di)storti, inevitabilmente diversi.
Mary: occhiali squadrati più grandi della faccia a forma di goccia, tante domande sull'amore e sul suo programma preferito; a otto anni vede il mondo tradotto in baloons, ha un gallo da compagnia e una madre capace di prendere in prestito qualsiasi oggetto ma mai un sorriso.
Max: (rin)chiuso in un cubicolo incolore di una New York resa tramite stanchi squarci in b/n, ingombrante (fisicamente e non solo) soprattutto per (e a) sé stesso, all'apparenza inabile a comprendere gli altri, stranieri per definizione ("Le persone mi interessano ma non riesco a capirle"), è aiutato a trascinarsi in giorni indistinti l'uno dall'altro da una vicina cieca e stramba (e forse proprio per questo), mentre tenta di allevare pesciolini rossi che finiscono irrimediabilmente per scomparire tutti nella tazza del water (quasi un richiamo - la valenza è forse la stessa - ai cervi del lynchano Una Storia Vera).
Alien(at)i rispetto al mondo esterno ed estraneo, incapaci di qualsiasi 'giusto' approccio con l'umanità, faticano a (ri)conoscerla e a (ri)conoscersi. Fraintesi e feriti dall'incompatibilità - inscindibile dal loro essere - con ciò che è dichiarato normale, i sentimenti celati e butterati, Mary e Max, dapprima diffidenti, sono tuttavia pronti ad aprire incondizionatamente i loro cuori (ma passeranno anni prima di concedergli la libertà), e scopriranno a sorpresa un caldo posto nel casuale e sciroccato incontro tra le loro personalità di outsider.
Colante tale e tanta umanità e sincerità da far male, Mary & Max è un film d'anima(zione) prodigiosa a cui non eravamo preparati e tantomeno abituati, come non ci si può abituare ad un piccolo miracolo o ad un sussulto d'amore. Mirabilmente equilibrato, senza una sbavatura, mai patetico né consolatorio, non eccede in malinconia o surrealtà ed è connubio trascinante di vibrazioni emotive (la scena del 'dono del pianto' è una delle più potenti e belle mai viste in un cartoon negli ultimi anni) e tensioni grottesche, attraversato dai mali bui del reale che sfiora con t(r)atto sapiente (si va dal furto all'alcolismo, dalla sindrome di Asperger al tentativo di suicidio, dalla depressione alla crisi matrimoniale).
Mary & Max scuote, diverte, intenerisce e commuove e poi per un attimo ci fa credere che, sì, un giorno smetteremo di uccidere i pesci rossi, che riusciremo ad amarci senza dover sorridere a uno specchio o obbedire ad un manuale, e che, sì, riusciremo a ritrovarci e a rinascere nella luce di mille stelle, sopra e dietro e dentro mille finestre.

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