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Sul mare

Regia di Alessandro D'Alatri vedi scheda film

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La recensione su Sul mare

di Ewan
4 stelle

Per gli isolani d’Italia, l’anno si divide in due periodi: la “stagione, e il “fuori stagione”. D’estate arrivano i turisti, e i paesi si animano, prendono forme e colori di ogni genere. Passata l’onda, si ritorna alla normalità e ognuno è costretto ad arrangiarsi come può aspettando che spunti di nuovo il vero Sole. Salvatore (Dario Castiglio, figlio di Peppino di Capri) è giovane, bello, fa il barcaiolo e accompagna i turisti (ma più volentieri le turiste) a fare dei bei giretti tra le onde di Ventotene. Durante la stagione invernale invece si inventa muratore non in regola nei cantieri delle vicinanze. Un giorno a Ventotene conosce Martina (Martina Codecasa), turista genovese con la quale nascerà una passione intensa ma segnata anche da molta incomunicabilità. Fino all’attesa tragedia.

Fossimo stati di fronte ad un’opera prima, firmata da un giovane appena uscito da una scuola di cinema o anche solo da uno che aveva soldi da buttare in un filmetto amatoriale, non avremmo esitato a spalare merda addosso a Sul mare. Viene fuori però che il film è di Alessandro D’Alatri, uno dei più interessanti registi del nostro Paese, mai uguale a sé stesso e sempre con una sorpresa in serbo. Dal bel Casomaipassando per il divertente e riuscito esperimento di bonolisiana memoria CommediasexiD’Alatri sembrava davvero uno dei pochi autori italiani a riuscire a creare un convincente connubio tra commedia e “socialità”. Diventa quindi più difficile parlare male di Sul mare, perchè potrebbe nascondere qualche lato di cui io non mi sono reso conto. Il primo aspetto sul quale vorrei soffermarmi è anche quello che mi ha dato un po’ più fastidio: la storia ha come background un dramma moderno molto serio, quello delle cosiddette morti bianche sul lavoro. Tema serissimo che qui viene trattato in maniera superficiale, quasi buttato in caciara (soprattutto nella scena in cui arrivano gli ispettori al cantiere e tutti gli abusivi si mettono in fuga tra le risate generali) e che non merita lo spazio che gli è dovuto. Secondo aspetto sul quale non si può soprassedere è la recitazione e l’achimia tra i due protagonisti: lui diciamo che ci prova, c’ha una faccia un po’ da beone ma alla fine qualcosa cerca di fare, seppur con poca disinvoltura. Lei poraccia nun gliela fa. Sembra sempre che stia a recitare il terzo mistero gaudioso, è frigida e per nulla passionale anche quando servirebbe, e pare pure che il ragazzo che le sta davanti le faccia anche un po’ schifetto. Bocciata senza appello.

Storco il naso poi sulla regia e la fotografia. D’Alatri ha girato in digitale (ci tiene a far sapere che ha usato una macchina di ripresa del valore di 8.000 euro) e si vede, il film ha una definizione spettacolare ma purtroppo l’inesperienza nel rapporto con questo nuovo mezzo lo ha fatto incappare in diversi errori: le scene diurne sono chiaramente sovraesposte e troppo luminose, quasi fastidiose, e in alcuni casi i colori non sono per nulla naturali.

Sul mare non è certo la solita commedia giovanilistica, è un tentativo diverso, ma in ogni caso ben poco riuscito.

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