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Scusa ma ti voglio sposare

Regia di Federico Moccia vedi scheda film

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La recensione su Scusa ma ti voglio sposare

di mm40
1 stelle

Osceno non è ciò che offende il buon gusto, poichè il buon gusto è soggettivo proprio in quanto gusto; osceno è piuttosto ciò che oggettivamente va a sminuire o addirittura demolire un panorama culturale condiviso, a minare le fondamenta di una civiltà ed a rendere così una società più povera, più triste, più disperatamente isolata. Osceno è Moccia, per intenderci, che fa leva sui bassi istinti (raffiche di minorenni) e sulle ansie più comuni (invecchiare, rimanere soli) per propinare quattro banalità obsolete che ricalcano luoghi comuni abusati; raggiunge facilmente (poichè, in quanto figlio di papà, ne ha avuto i mezzi) il grande pubblico e inocula in esso il germe dell'oscenità. Della mancanza di critica, del disinteresse verso la curiosità, verso l'originalità che dovrebbe costituire uno dei pilastri su cui edificare un sistema culturale. Questa immondizia che ci ostiniamo a chiamare film è letale: se non insegnasse nulla meriterebbe comunque un'innocua indifferenza, ma, poichè pretende persino di lasciare una morale, va assolutamente e prontamente stigmatizzata. E nella maniera più feroce e risoluta. Scusa ma ti voglio sposare è come un cinepanettone senza linguaggio sboccato: quindi ancora più pericoloso, poichè potenzialmente destinato ad un pubblico ancora più vasto. Chiaramente non tutte le colpe sono attribuibili al regista (anche sceneggiatore, in combutta con i soliti Chiara Barzini e Luca Infascelli, altro 'amico di famiglia'); dietro a questo spietato congegno moccioso - vedova nera nelle sembianze di un innocente ragnetto casalingo - c'è infatti il malessere di una nazione e di un popolo condannati dal berlusconismo (cioè un ventennio di paralisi politica e istituzionale per evitare la galera ad una persona) a scendere a patti con una serie di nuovi 'valori' (propinati come tali, per lo meno) fra i quali svettano il superfluo, l'immagine, il successo ad ogni costo, l'egocentrismo. Zero assoluto non è solo il nome del mediocre gruppettino che esegue i brani della scialbamente lacrimevole colonna sonora: è anche l'unico giudizio possibile per un'operazione così piatta, insulsa, apertamente priva di dignità (e pensare che Bova si era faticosamente costruito una carriera, imparando perfino, negli anni, a recitare). Scusa ma ti voglio sposare è ciò che gli italiani si meritano per aver permesso un simile tracollo non solo senza obiettare alcunchè, ma anche sorridendo nel salutare l'avvento del Vacuo e del Frivolo nelle loro esistenze. 1/10.

La trama

Mentre i suoi amici hanno crisi di mezza età e figli, un tizio quarantenne chiede ad un'adolescente di sposarlo. E rischia pure di farsi dire di no.

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