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Dread

Regia di Anthony DiBlasi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Dread

di DeathCross
7 stelle

Dopo aver visto il trailer, mi aspettavo qualcosa di peggio da questa trasposizione dell'omonimo (magnifico) Racconto di Clive Barker, ma invece (per fortuna) alla fine sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Certo, rispetto alla Fonte originaria qua il risultato è palesemente inferiore: ci si discosta visibilmente dall'Inquietudine Anti-razionale che permeava la versione cartacea in favore di un approccio più "normale", causale, quasi "da dramma universitario", e questo alleggerisce troppo la Poetica Barkeriana. In particolare, il rapporto tra Quaid, Stephen e il resto del mondo universitario è trattato con toni molto "tradizionali", dando spiegazioni "sensazionalistiche" alle Paure dei personaggi e in particolare alla Follia di Quaid, che nel Racconto era invece una sorta di mezzo "neo-guru" filosofico ossessionato, senza ragione apparente, al Tema della Paura mentre qui è un ragazzo traumatizzato che vuole "curarsi" dai suoi Incubi concretizzando i Terrori delle altre persone: paradossalmente l'aggiunta di Traumi vari, invece di rendere più crudo e pesante il Clima della storia, rende il tutto più accettabile e sopportabile, mentre invece l'assenza di Orrori del Passato amplificava l'Inquietudine per via della sua Assenza di logica, di motivo, di "scuse". Inoltre, nel complesso il film, per i motivi sopra esposti e per varie scelte stilistiche (musicali in primis) non si distacca molto dalla media della produzione indie e/o horror degli ultimi 10 anni, mentre il Racconto, come in sostanza tutta (o almeno credo) la Poetica dell'Autore di "Hellraiser" e dei "Books of Blood" (dove è contenuta la storia da cui è tratta la pellicola), sprigionava un'Unicità sovversiva da ogni carattere tipografico.
Però la decisione di distaccarsi dallo Spirito letterario per adottare un approccio differente, più drammatico che Horror, fa guadagnare all'esordiente Anthony DiBlasi (anche sceneggiatore e co-produttore esecutivo) apprezzamento per aver provato a costruire qualcosa di personale, e in ogni caso la sola base di partenza fa guadagnare al film un'intelligenza e un'originalità superiore a molti altri prodotti di Genere. Il Cast è tutto in parte, soprattutto Shaun Evans nei panni di Quaid, le scenografie sono sporche e corporee al punto giusto, la fotografia propone Inquadrature e Colori interessanti, il montaggio costruisce brillantemente la tensione (soprattutto quando alterna ambienti e personaggi distanti, nello spazio e nel tempo) e la messa in scena in certi momenti è assai efficace nel creare il senso di Disagio, soprattutto nell'Epilogo (nonostante un vistosissimo cambio narrativo elimini la Potenza iconoclasta del Racconto di Barker).
Chiudendo, questo "Dread" non è sicuramente uno dei migliori esempi di come trasporre la Follia del grande Scrittore contemporaneo inglese, ma riesce a farsi ricordare con piacere anche varie ore dopo il termine della visione suggerendo anche interessantissimi spunti di Riflessione.

P.S.: A quanto pare ho visto la versione "più breve": l'interesse per il Cut più lungo (108' contro i 94' che ho guardato) è alto.

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