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Survival of the Dead

Regia di George A. Romero vedi scheda film

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La recensione su Survival of the Dead

di Stuntman Miglio
8 stelle

Un passo indietro rispetto ai migliori capitoli della saga sugli zombi ma ugualmente gustosa e piena di spunti interessanti, l' ultima fatica di Romero si colloca a pochi giorni dai fatti (sublimamente) narrati in "Diary of the dead" e ne riprende qualche personaggio lì appena intravisto - come il gruppo di militari sciacalli che assalta il camper - per raccontarci una possibile e tutt'altro che entusiastica evoluzione della specie. Il morbo dilaga sempre più con le dinamiche che ben conosciamo; qualunque soggetto con nervi saldi e sale in zucca fugge armato in cerca di un' oasi dove l'epidemia non abbia ancora attecchito. E allora perchè non provare su una piccola isola ? I suddetti militari vi arrivano accompagnati da un ragazzino cresciuto troppo in fretta e da un agguerrito esule appartenente ad una delle due famiglie che si spartiscono il territorio. Sul posto, si scontreranno due fazioni : una decisa a fare piazza pulita di non morti sull' isola (e già, perchè risorgono anche lì) e l' altra più propensa a convivere con le creature riducendole ad una sorta di bestie da soma nella speranza d'insegnare loro a mangiare qualcosa che non sia la carne umana. Il conflitto avverrà senza esclusione di colpi e lungi dall' essere giustificato da un qualsiasi dilemma morale, etico o religioso poichè dettato in primis da sentimenti d'odio e brama di potere che sono meschina prerogativa delle (poche) persone ancora in vita. Romero gira con solita perizia contaminando il suo riconoscibilissimo horror (ancora una volta grandi effetti e make up su di un cast funzionale e poco noto) con componenti western sia nell' ambientazione che nelle azioni. "Tempi di merda, gente di merda" ed anche questa volta il maestro di Pittsburgh usa i suoi zombie come strumento per parlare dell' umanità in genere e della sua decadenza mettendone in mostra gli aspetti più deprorevoli. Vendetta, orgoglio, egoismo, rancore, sentimenti che, in un amarissimo finale ad effetto, si confermano incorreggibili ed insopprimibili. Nonostante la morte.

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