Regia di Vincenzo Natali vedi scheda film
E' inutile, a mettere in scena o a parlare di certi argomenti, si rischia sempre l'impopolarità. Ne sa qualcosa Vincenzo Natali che con il suo "Splice" rigira il dito nella piaga della sperimentazione scientifica. Non che il regista italo-canadese sia un ingenuo, anzi, paradossalmente, il difetto principale del suo film è proprio quello di un'eccessiva consapevolezza che a sua volta sfocia in un inevitabile sensazionalismo. Ci marcia, direbbe qualcuno, e non a torto. Eppure la storia di Clive ed Elsa incuriosisce il giusto e gradualmente, partendo dalla creazione in laboratorio di una nuova forma di vita ottenuta dalla combinazione di diversi DNA animali fra di loro sino ad arrivare al loro esperimento clandestino che li porterà allo stadio successivo: quello in cui entra in gioco il gene umano. Infrangere i confini del lecito, giocare a fare Dio (come dicono i religiosi) per il bene dell'umanità o per un vezzo personale?? Le implicazioni morali sono molteplici e Natali pare riuscire a districarsi in maniera piuttosto equilibrata salvo poi perdere la bussola nella seconda parte in cui la creatura inizia a stravolgere la vita dei suoi creatori. Malsani rapporti materni, cambi di sesso, evoluzioni incestuose, è qui che arrivano le cadute di stile di "Splice" culminando in un finale venato horror che banalizza e forse vanifica il senso dell' intera operazione. Uno spreco perché nonostante si sentano le influenze di altri film come "Alien" o "Moon", dal lavoro del regista di "Cube" ci si aspettava direzioni più originali e meno stucchevoli. Per il resto, il girato è di buon livello, contaminato da effetti speciali e trucchi non troppo invadenti che lasciano il giusto spazio espressivo ad una coppia di protagonisti decisamente indovinata come Adrien Brody e Sarah Polley. Lui perfetto quando si tratta di interpretare uomini in balia degli eventi, lei fragile e determinata scatenatrice d'eventi. Inequivocabilmente donna.
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