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Splice

Regia di Vincenzo Natali vedi scheda film

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La recensione su Splice

di amandagriss
8 stelle

 

L'ideale di famiglia felice per una giovane coppia di scienziati impegnati nel campo della genetica è quello di creare in provetta la propria prole, un essere unico e particolarissimo, risultato finale di anni di ricerche ed esperimenti, straordinario ibrido di geni prelevati da varie e scelte specie animali, con l'aggiunta -splice- di dna umano, “la specie più pericolosa e fatale di tutte”.

Ed allevarla direttamente in laboratorio.

Monitorata ed osservata costantemente per carpirne informazioni, elaborare dati, sorprendersi quotidianamente dei progressi ed evoluzioni della neonata creatura; rilevarne eventuali anomalie, stilarne un profilo caratteriale e comportamentale, comprenderne la personalità.

Interagire con essa.

 

 

 

Al di là della buonissima messa in scena, degli ottimi effetti speciali -indovinato mix di digitale e artigianato-, il film è forte di una solida e non banale scrittura che si addentra, sicura, tra le pieghe dei rapporti umani ed esplora, lucida e consapevole, le complesse dinamiche familiari, i ruoli e le responsabilità singole e condivise all’interno di un gruppo ben definito, sottolineandone sfumature e sfaccettature,

esaltando i momenti di commovente tenerezza ed i dolorosi, spesso spietati, a volte irreparabili, contrasti.

Il tutto filtrato dalla lente ‘deformante’ dell’horror/sci-fi, che colloca l'opera di Natali nelle più originali ed efficaci varianti di quel cinema esistenziale/antropologico dove l'uomo è il soggetto principe da osservare e studiare, col suo carico di intelletto ed istinto, il più delle volte, spietatamente feroci.

 

 

 

In tale cornice risulta chiara e giustificata, perciò, la presenza di 2 attori di rilievo come Adrien Brody e la sensibile Sarah Polley, entrambi scelti probabilmente anche per le loro passate incursioni nel genere: l'una, vista ne L'alba dei morti viventi e l'altro in The jacket, Giallo e nel più recente Predators.

Dunque, non solo semplici figure di contorno a servizio del ‘mostro’ di turno: insieme reggono magnificamente il film, conferendogli credibilità e spessore.

Regalandogli un'anima.

 

 

 

Peccato per l'uscita nelle sale, a suo tempo, in sordina, perché Splice è un gioiello grezzo collocato in quel nutrito tesoro di opere filmiche invisibili, penalizzate dall’assurda logica delle leggi di mercato, che, superficiale e scriteriata, bolla come prodotti inferiori e di scarso interesse, preferendone altri la cui valenza artistica -nella maggioranza dei casi- è assai discutibile.

Da recuperare.

 

 

 

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