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Paranormal Activity

Regia di Oren Peli vedi scheda film

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La recensione su Paranormal Activity

di scandoniano
2 stelle

I danni di “The Blair witch project” hanno effetti anche a lungo termine, è evidente. Il film degli anni ’90, campione d’incassi grazie principalmente ai teaser-trailer e al tam tam pubblicitario, ma che a conti fatti non aveva alcun interesse sul piano cinematografico, ha (ri)aperto il filone dei mockumentary, portando prodotti sempre più scadenti e sempre più arrivisti. Il tentativo di ottenere  il massimo profitto col minimo sforzo, a discapito di chi va al cinema per vedere un film con un minimo di senso, è alla base anche di questo “Paranormal Activity”. Il film narra di una coppia di ragazzi, in cu lei, senza motivo alcuno, è perseguitata da un’entità paranormale che di notte sbatte porte e fa rumori. Per 90’, attraverso una fittizia telecamera piazzata ovunque da Micah per testimoniare le disavventure di Katie, si assiste ad una casa vuota e soprattutto ad una camera da letto in cui si sentono rumori. Nient’altro. Niente di intelligente sul piano della scrittura, recitazione piatta, situazioni ridotte all’osso (ci sono un paio di personaggi oltre ai protagonisti, che hanno 3 battute in tutto). L’entità che terrorizza i due agisce in crescendo, finendo per impossessarsi  di Katie e uccidendo Micah, con l’unica scena degna di un film di genere horror.

Sono lontani i B-movie anni ’40, in cui si riusciva a terrorizzare gli spettatori spendendo 2 lire. In quei film, in ogni caso, spesso c’era una sceneggiatura forte e intelligente, che talvolta sollevava gli addetti agli “effetti speciali” dal compito di terrorizzare. Altri film (di qualche anno prima) facevano leva sul ricorso ai grandi classici della letteratura horror, ed all’utilizzo di una trama convincente che ha terrorizzato e continua a farlo spesso fino ad oggi. Anche i tanto vituperati gore degli ultimi decenni, in cui il ricorso ad ettolitri di sangue e budella a profusione facevano storcere il naso (facile fare paura facendo ribrezzo!), sembrano capolavori a confronto di questo prodotto inutile, senza nessun interesse sul piano “artistico”, senza alcuna idea, senza senso insomma. Un piattume indefinibile se non con il termine di ciofeca cinematografica numero uno (il fatto che ne abbiano tratto, almeno finora, due sequel significa che qualcosa nel cinema decisamente non va). 

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