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I Knew It Was You

Regia di Richard Shepard vedi scheda film

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La recensione su I Knew It Was You

di cheftony
8 stelle

He wasn't like anybody else. You know, he wasn't like anybody I'd ever met. It was the specificity of him...and his sort of humanity...and his curiosity about people, his compassion.” [Meryl Streep]

 

Il padrino”. “La conversazione”. “Il Padrino – Parte II”. “Quel pomeriggio di un giorno da cani”. “Il cacciatore”. Cinque film, solo questi cinque per entrare nel mito.

Sintetico e sentito documentario che prende il titolo dalla frase con cui Mike Corleone (Pacino) accompagna il bacio della morte al fratello Fredo (Cazale), “I knew it was you” ricorda a trent'anni dalla scomparsa John Cazale, eccezionale e sfortunato caratterista sbocciato insieme alla corrente New Hollywood e appassito troppo presto, per colpa di un tumore che lo ha portato via nel 1978, a riprese de “Il cacciatore” non ancora ultimate, a neanche quarantatré anni.

 

In questi quaranta minuti scarsi, girati da Richard Shepard, sono moltissimi gli attori e le personalità importanti del mondo del cinema, quelli di allora che lavorarono con Cazale e alcuni di oggi che lo ammirano, a lasciare qualche testimonianza; fra questi vale la pena di menzionare l'amico e collega in ben tre film Al Pacino, l'amorevole compagna di quegli anni Meryl Streep e, a seguire, Francis Ford Coppola, Robert De Niro, Gene Hackman, Sidney Lumet, Richard Dreyfuss, John Savage. Fra i “contemporanei” abbiamo invece Steve Buscemi, Philip Seymour Hoffman e Sam Rockwell.

Questa nostalgica e ammirata masnada di artisti ricorda Cazale dopo una breve introduzione nella quale si evidenzia come la maggior parte delle persone ricordi solo il personaggio di Fredo Corleone rivestito nei due “Il Padrino” e non il nome dell'attore, dimenticato oppure mai notato.

 

Bruttino, smilzo, sgraziato, stempiato, con un volto che, “provvisto” di naso lungo e capelli neri tirati all'indietro, era capace come pochi altri di esprimere sofferenza, ribellione dolorosa e soffocata, empatia, compartecipazione. I suoi ruoli erano sempre quelli degli umili, dei repressi, dei nevrotici, ruoli mai facili, mai voluti dalle star; Cazale invece li voleva e sapeva dar loro qualcosa in più, riuscendo a farti affezionare anche ad un personaggio negativo, traditore, ladro, invidioso. Un talento.

Per quanto riguarda il suo aspetto umano, solo belle parole provengono da chi lo conosceva bene, come Pacino e la Streep: un artista dentro e fuori dal set, con un modo di porsi che lo rendeva affascinante a dispetto della presenza fisica, gentile, a volte metodico e a volte lentissimo, cagionevole ad una prima occhiata ma fortissimo, risoluto e riservato nel gestire la terribile malattia. Nonostante questo e l'amore che Meryl Streep profuse e dimostrò negli ultimi giorni, John Cazale venne sconfitto, proprio come nei ruoli che amava interpretare. Restano quei cinque (grandi) film, che ci consegnano, insieme a questo piccolo omaggio documentaristico, la memoria di una figura speciale.

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