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La prima linea

Regia di Renato De Maria vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su La prima linea

di Paul Hackett
8 stelle

La militanza armata del terroristi di "Prima Linea" Sergio Segio e della sua compagna Susanna Ronconi, dagli anni di piombo al definitivo arresto avvenuto nel 1982. Tratto dalle memorie dello stesso Segio ("Miccia corta", pubblicato nel 2005 da DeriveApprodi), "La prima linea" è un'opera interessante che condensa l'analisi storica degli Anni di Piombo in un breve (ma dettagliato) incipit che, mescolando fiction ed immagini di repertorio, spiega la genesi della lotta armata, ma che, con grande umiltà, per il resto del film, non pretende di addentrarsi in profondissime analisi storiche e sociologiche, preferendo narrare l'umana sconfitta di una generazione di ragazzi che, credendo di poter cambiare il mondo, ha imbracciato le armi e cancellato vite umane, distruggendo famiglie e finendo per annullare la propria esistenza. Renato De Maria è prevalentemente un dignitoso regista di fiction televisive e, lodevolmente, non tenta di volare più alto di quanto le sue ali gli consentano e non prova a imitare i potenti affreschi generazionali di Marco Tullio Giordana o a dipingere i patinatissimi anni '70 di Michele Placido. "La Prima Linea" è un film "semplice", asciutto ed estremamente rigoroso, che non offre interpretazioni originali del fenomeno terroristico e nemmeno si propone come pietra miliare del filone "Anni di Piombo", ma che convince per il tono dolente e disperato della vicenda raccontata e per l'ottima prova di un cast assolutamente convincente, a cominciare da un eccellente Riccardo Scamarcio che, personalmente, continuo a considerare una gran bella "faccia da cinema" che raramente ha avuto le occasioni giuste per dimostrare il proprio talento ma che in questo frangente riesce a dare la giusta voce, il giusto tono affranto e mai autoassolutorio ad un uomo consapevole di avere delle gravi responsabilità, per le quali sconterà una pena durissima (Segio uscirà dal carcere nel 2004, dopo 22 anni di reclusione). "La Prima Linea" non è un capolavoro, questo è sicuro, ma è l'umanissimo diario di una sconfitta, personale e collettiva, di un giovane e della "generazione perduta" che ha smarrito la propria strada sulle barricate di un'epoca di contrapposizioni armate, spesso pedina, più o meno consapevole, sul crudele scacchiere della Guerra Fredda... quattro stelle.

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