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Io, loro e Lara

Regia di Carlo Verdone vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Io, loro e Lara

di Paul Hackett
4 stelle

Dopo il pessimo "Grande grosso e Verdone" e gli agghiaccianti manuali d'amore di Giovanni Veronesi, prosegue la "striscia" negativa di Carlo Verdone con questa deludente pochade che parte da presupposti interessanti (l'idea del prete missionario disorientato dal ritorno in patria è intrigante) ma che ben presto si mostra indecisa sulla direzione da prendere (a tratti film comico "puro", a tratti pellicola agrodolce di chiaro stampo "verdoniano", un pizzico di satira di costume e ad un certo punto addirittura commedia degli equivoci) per finire nel tunnel del più imbarazzante autoplagio. "Io loro e Lara", infatti, è una sorta di blob nel quale il regista/attore romano si autocita senza ritegno: il prete (anche se in quel caso era solo per finta) Verdone l'aveva già interpretato in "Acqua e sapone" (tralasciando il più caricaturale padre Alfio di "Un sacco bello"), la ragazza incasinata che sconvolge la vita del malcapitato protagonista è un classico del cinema del regista, da "Borotalco" a "Sono pazzo di Iris Blond", passando per "Perdiamoci di vista" e "Stasera a casa di Alice", il rapporto conflittuale con i fratelli e il padre è preso pari pari da "Al lupo al lupo" e "Viaggi di nozze", l'assistente sociale chiamata a decidere dell'affidamento del figlio di Lara che s'invaghisce di padre Carlo è parente strettissima dell'infermiera ungherese sedotta da Carlo Piergentili, per riuscire a sottrarre il figlio di Silvia, in "Io e mia sorella". Insomma: un coacervo di citazioni e frammenti che la dice lunga su una sostanziale carenza d'idee di un autore che, personalmente, ho sempre apprezzato molto ma che, ultimamente, mi sembra abbia serie difficoltà a ritrovare l'ispirazione. Deludente anche la sceneggiatura, dello stesso regista con i fidi Pasquale Plastino e Francesca Marciano, scarna, frammentaria e piena di buchi: qualche gag divertente ci sarebbe pure (la discoteca dove il prete "in borghese" viene scambiato prima per un pusher e poi per un omosessuale) ma è davvero troppo poco per salvare capra e cavoli. Cast altalenante: Carlo Verdone è sempre bravo ma stavolta non ha accanto una Claudia Gerini o una Margherita Buy a fargli da spalla (Laura Chiatti è una gran bella ragazza ma, a mio parere, un'attrice assai mediocre, per non dire del tutto inadeguata), buoni invece i volti di contorno, da Angela Finocchiaro ad Anna Bonaiuto e Marco Giallini. Due stelle, con l'auspicio che Verdone torni finalmente quello di un tempo.

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