Regia di Rupert Wyatt vedi scheda film
Difficile definire cinema questo “Prison Escape”. Diciamo invece che si tratta dell'ennesimo prodotto di stampo televisivo infelicemente trasposto al grande schermo. Il modo in cui è strutturato dimostra senza ombra di dubbio che i suoi autori sono autori di serie tv il cui obiettivo è costringerti a guardare la puntata seguente per mezzo del trucchetto facile facile del dico/non dico. L'uso del flashback è a dir poco irrazionale (oltre che spropositato): vi si fa ricorso quando né bisogni di narrazione né momenti di rimembranza sussistono. E poi che cazzo di prigione: tutti i prigionieri tranne uno sono bianchi!!! Beffa sul danno poi il titolo italiano: perché cambiare “The Escapist” in “Prison Escape”? Totale: psichedelia da due soldi applicata al cinema.
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