Espandi menu
cerca
Fratellanza. Brotherhood

Regia di Nicolo Donato vedi scheda film

Recensioni

L'autore

kubritch

kubritch

Iscritto dal 2 agosto 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 42
  • Post 8
  • Recensioni 582
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Fratellanza. Brotherhood

di kubritch
8 stelle

E' una rappresentazione che può essere letta da varie angolazioni. La storia d'amore omosessuale può essere considerata solo come un pretesto per rendere maggiormente evidenti le mille contraddizioni e le incoerenze della società attuale. D'altro canto il film fotografa quasi come una sorta di docufiction l'esistenza e l'organizzazione di gruppi eversivi, nazi-fascisti, antidemocratici – non è mai troppo ribadirlo - , in modo che si capisca che non si tratta di isolate ed estemporanee manifestazioni di qualche cane sciolto. A tal proposito si noti l'aspetto del presidente: un professore qualunque dall'aria stimabile e bonaria, privo di espressionistici tratti delinquenziali, come siamo indotti ad immagnare. Al tempo stesso è possibile pensare anche alla storia di una gioventù allo sbando, abbandonata a se stessa e sotto pressione tanto fuori quanto dentro la famiglia, nonostante i media ci raccontino di una società giovanilistica ed eticamente emancipata. E ancora rimanda alla realtà immaginata in 'Arancia meccanica': un mondo in cui la violenza è diventata l'unica comunicazione possibile. Senza contare il fatto che si mette in discussione il concetto di virilità mettendo in scena una società prevalentemente maschilista in cui anche la donna, la madre del protagonista, si è mascolinizzata sostituendosi al capo famiglia. D'altronde, volendo accantonare ogni discorso socio-politico, si affronta il tema della forza dirompente dell'amore. Si ravvisano echi
della tragedia shakespeariana. Essere o non essere? Fingere, vivere o farla finita? Come in 'Romeo e Giulietta', siamo in presenza di una parabola morale. E tutto questo è detto in un racconto semplice e lineare. Niente di artificiosamente autoriale e tanta eleganza formale. Non solo la fotografia è raffinata ma anche la direzione degli attori. Ciò dimostra, ancora una volta, che la grazia, la bellezza, non dipende da quello che si racconta ma da come lo si racconta.. E' un regista sicuramente da tenere d'occhio. E rappresenta anche uno di quei rari casi, visto il riconoscimento ricevuto al Festival di Roma, in cui mi fa piacere essere italiano.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati