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Bronson

Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film

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La recensione su Bronson

di DeathCross
10 stelle

Bronson, sia come narratore auto-biografico nel teatro immaginario sia nell'azione reale della storia narrata, mette in scena la sua sempre imprevedibile furia violenta con una lucidità spiazzante; è un Artista dall'Intelligenza Fisica che mette a nudo se stesso per denudare il mondo e combatterlo con gioiosa disperazione. Capolavoro!

Nel 2008 Nicolas Winding Refn porta sul Grande Schermo la storia di Charles Bronson, nato Michael Gordon Peterson, ora Charles Arthur Salvador, considerato il più pericoloso prigionieri britannico: acclamato dalla critica, Bronson lancia ulteriormente la carriera registica di Refn, anche co-sceneggiatore con Brock Norman Brock, e contribuisce a rafforzare la celebrità del protagonista, Tom Hardy.
Quando lo vidi la prima volta, lo adorai visceralmente, ma poi purtroppo sono passati quasi otto anni prima di riuscire a rivederlo: le mie impressioni restano bene o male le stesse, quindi ripropongo (con leggere correzioni) le riflessioni, forse più emotive che critiche, che partorii allora.
Follia, Angoscia, Spasso, Violenza, Sentimenti, Solitudine, Gioia: Bronson non è un Eroe sicuramente, e nemmeno un villain, ma non è nemmeno un Anti-eroe: è un Simbolo, un Personaggio, un Artista, un Incubo, un Uomo. È un Anarcoide che però non nega le istituzioni, vivendo per potersi scontrare con esse: va contro le regole per il puro gusto di farlo e perciò non riesce a vivere nella coercizione psichiatrica dove 'non esistono regole' (ma bisogna fare ciò che viene detto) perché viene annichilita la volontà. Bronson pesta tutti, 'nemici' e 'amici', ma non giudica né odia nessuno. Prova però un fastidio per chi gli ammicca benevolo e buonisticamente, oltre che per l'autorità iper-repressiva che lo giudica con senso di superiorità, e per questo contro ogni logica (auto)distrugge tutto allegramente, con lampi di furia improvvisa eppure lucida. Perché Bronson, sia come narratore auto-biografico nel teatro immaginario sia nell'azione reale della storia narrata, mette in scena la sua sempre imprevedibile furia violenta (ma mai omicida) con una lucidità spiazzante. È un Artista dall'Intelligenza Fisica e tanto nel Disegno quanto nella Lotta mette a nudo sé stesso per denudare il mondo e combatterlo con gioiosa disperazione.
Tom Hardy si cala nel Ruolo con il suo Talento straordinario che, caso quasi unico, riesce a unire una recitazione vocale studiata per risultare naturale e un'espressività mimica che traspare da ogni muscolo facciale (in particolare gli occhi, come accadrà anche per The Dark Knight Rises) a una Fisicità muscolare massiccia in modo spiazzante!
Refn mette in scena il tutto con uno Stile, qui ormai ben maturato, indecifrabile ma straordinario, innegabilmente artistico e autoriale, con Colori che giustificano qualsiasi accostamento all'Argento (Dario) dei tempi d'oro, un Montaggio nervoso e anti-classico, scelte anti-naturalistiche per entrare nell'intimità del Personaggio-Simbolo-Uomo e scelte sonore e musicali di grandissimo impatto, sia quando vogliono trascinare che quando vogliono spiazzare in modo contrapposto.
Probabilmente uno dei Capolavori del Nuovo Millennio!

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