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Tra le nuvole

Regia di Jason Reitman vedi scheda film

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La recensione su Tra le nuvole

di ROTOTOM
8 stelle

George Clooney è Ryan Bingham un tagliatore di teste volante. Vola di città in città per conto di chi non ha le palle per fare il lavoro sporco: licenziare la gente accompagnandola fuori dal sogno americano a fare qualcos’altro. Ryan abita il cielo sopra tutto e tutti, la vita intera in un trolley, la certezza di bastare a sé stesso, elevandosi da dolori e responsabilità. Vera Farmiga (un nome che sembra uno scherzo crudele) è Alex il suo esatto corrispettivo femminile. Si incontrano e si amano tra aerei e aeroporti, check in e carte d’imbarco, tra le nuvole.

Jason Reitman è invece il regista gran figlio di regista, Ivan Reitman, che con Juno sbancò il Festival del Cinema di Roma prima e un po’ tutto il mondo poi un paio d’anni fa. Tra le nuvole è una divertente commedia dolce/amara sul processo industriale di svuotamento emotivo dell’essere umano, sulla de-responsabilizzazione propria delle società sull’orlo del collasso, e sulla mercificazione della persona venduta, prestata, ricomprata e barattata come un capo di bestiame. Il lavoro visto come coincidenza di fine e mezzo esistenziale .L’amore e la famiglia un intralcio, gli affetti, le cose, gli oggetti sono zavorre che impediscono di volare in libertà. La libertà deve avere uno scopo però, altrimenti il cielo diventa la più grande delle prigioni. Benché la morale sia facile, la trattazione del film è esemplare. Reitman è regista sensibile capace di dirigere la sua stessa cronometrica sceneggiatura in partiture brillanti, a volte irresistibili, verso lidi più amari, introspettivi. Lo stile di regia si adegua a questi aspetti esasperando la meccanica famigliarità di Ryan ai rituali dei check in degli aeroporti, al suo scandire sincopato di esibizione di carte, tessere, badge come un rap fatto solo fruscii plastificati per poi filmare a camera a mano e digitale sgranato il momento di intimità tra i due amanti volanti scesi per un attimo sul pianeta terra.

Gli aeroporti sono il porto franco di emozioni e pezzi di vita che si possono spendere e comprare senza tasse. Esistenze bloccate in un limbo costruito con la famigliare impersonalità dell’architettura razionale finto domestica degli alberghi, luoghi vuoti da riempire ed entro i quali non ci si mette mai in gioco veramente. Film di vuoti e di pieni, assenze e bugie di metafore e allusioni che tornano in una circolarità tanto programmata quanto efficace. Alla fine le cose importanti sono sulla terra e legate  ad essa, alle radici, ai simboli e alla memoria.  Ryan lo scopre solo cadendo  per poi rimbalzare e  tornare da dove è venuto. George Clooney è perfetto in quelle sue mossette da adorabile canaglia che sfoggia nelle commedie così come riesce a rendere il suo momentaneo “rimessaggio” a terra con il desolante smarrimento dell’alieno su un pianeta sconosciuto. Ottimi anche tutti gli altri attori, dalla Farmiga alla giovane Anna Kendrick nella parte della giovane rampante. Tra le nuvole è la conferma di una sorpresa, Jason Reitman è autore ormai.

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