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Lebanon

Regia di Samuel Maoz vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Lebanon

di GIMON 82
8 stelle

Il respiro è angusto,ristretto nella claustrofobia,si muove attraverso dei cingoli,ma sopratutto osserva un mondo ferito da un "obiettivo".

Lebanon è cosi',uno sguardo o una finestra chiusa al mondo,vivente all'interno d'una materia composta di ferraglia.

Samuel Maoz cosi' come Ari Folman in "Valzer con Bashir" (ri)porta un trauma mai sopito alla coscienza di una massa,

Un opera autobiografica dettata dalle comuni restrizioni,simboleggiate dalle pareti ferriginose d'un carro armato.

La guerra è li fuori,la si "tocca" attraverso il mirino,attraversa cumuli di dolori e macerie,ma la "pelle" rimane chiusa nell'angusto,l'anima nella paura e nell'insicurezza.

Il "viaggio" di Maoz è affidato a quattro giovani reclute israeliane:Shmulik,Assi,Hertzel,Yigal,piu' un ufficiale intransigente per cui le decodificazioni sociali sono dettate dalla legge militare,

Ognuno di loro con un fardello,una paura,un trauma infantile o una corazza indolente che odora di menefreghismo,urlano,piangono e disperano.

Sono il volto umano d'un conflitto barbaro,giovani vite alla consegna d'un destino "patriottico",

Maoz invade la regia di "pathos" castrante,innestato nel minimo spazio del cingolato.

Esalta la messa in scena di rapporti interpersonali,litigi e pacificazioni,caratteri diversi di soldati "sconosciuti" tra loro.

E' una sorta di "Grande fratello" doloroso,fuorviante nel rapporto ambiguo intessuto tra reclute e falangisti.

Fuori dal carro armato l'umanita' è azzerata,Maoz ci riconsegna questo aspetto,in riprese di campi lunghi e primi piani.

La macchina da presa non sottrae,aggiunge senza eliminare,anche dettagli piu' agghiaccianti,dove il sangue innocente è l'intera valenza del conflitto.

Sconvolge e attira questo film,seppur indugia troppo sull'epos personale e il legame tra i personaggi.

La prima parte è dominata da un caos intelleggibile,un venire sbalzati nell'interno claustrofobico,che attraverso il mirino mantiene un contatto con le lacerazioni esterne.

Le reclute rimangono chiuse nel loro "spazio interno",decodificato da reminiscenze e rifugi giovanili,che combattono la pervasione dei traumi.

Tutto termina nello sterminato fluire d'un campo colorato di girasoli,il cingolato è nel mezzo,la vita forse puo' riprendere il suo lento respiro,dopo essere stata soffocata dal dominio di barbare leggi "patriottiche".......

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