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Barbarossa

Regia di Renzo Martinelli vedi scheda film

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La recensione su Barbarossa

di spopola
2 stelle

Lasciate davvero perdere: non credo che sia il caso di spendere del tempo per visionare questo enfatico (e addirittura poco credibile) brutto film: riferendosi al cinema di Martinelli, si potrebbe addirittura dire che al peggio non c'è mai fine).

L’autore (del pezzo, non del film) mi perdoni se approfitto delle sue parole… ma mi sembrano così pertinenti ed appropriate, che non posso che fare mie le sue annotazioni, visto che riflettono  in toto il mio pensiero  (considerato poi che su Martinelli mi sono già espresso “negativamente” in più di un’occasione, credo che quello che segue  sia sufficiente per giustificare senza altri commenti aggiuntivi il mio “pollice verso” non solo rispetto a questo titolo ma anche verso il suo “regista”, se così lo vogliamo definire:

(…) Film dal lancio clamoroso, di cui si sentì parlare per la prima volta in un’intercettazione telefonica, con Berlusconi che si lamentava con Agostino Saccà di quanto Bossi gli rompesse i maroni per accelerare la realizzazione del film. Costato come un kolossal, pagato in gran parte dalla Rai (cioè da noi), primo film al mondo in cui il ministro delle Riforme di una grande potenza fa la comparsa vestito da crociato, doveva essere un omaggio commosso e potente alla storia della Lega, ad Alberto da Giussano, ai padani e alla loro voglia di indipendenza. Fu un flop colossale, girato in Romania con comparse locali (i famosi padani erano rom sottopagati), risate in sala e giornali che si chiedevano costernati se per caso non fosse  una parodia. Ma intanto i nostri soldi erano andati, e comunque tranquilli, prima o poi ce lo faranno vedere in tivù. Tuttavia la faccenda è resa più realistica dal fatto che proprio mentre usciva nelle sale il polpettone di regime di Martinelli, il ministro Brunetta tuonava (applaudito dagli astanti e rilanciato da tutti i media) contro i registi assistiti, gli intellettuali parassiti, gente che non ha mai lavorato in vita sua. Il tutto senza lesinare le parolacce, un ministropanettone, insomma. Una specie di nemesi liofilizzata e pronta all’uso. In queste circostanz non è facile dire dove finisce il berlusconismo e dove inizia Neri Parenti, tutto tiene. (…) (Alessandro Robecchi – Articolo “Buzzicona Production” inMicromega n. 6 del 2010 interamente dedicato al cinema italiano).

 

 

 

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