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Malombra

Regia di Mario Soldati vedi scheda film

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La recensione su Malombra

di mondolariano
10 stelle

Le mura-prigione di una vecchia villa. La fermezza del padrone di casa, retaggio di un mondo di valori passati. La severità del Lago di Como, paesaggio montuoso e profondo come simbolo di struggente romanticismo. Il lento, inesorabile disperdersi nei labirinti della follia, che tradiscono l’interesse di Fogazzaro per le materie occulte, tipiche del decadentismo di fine Ottocento. La regia di Soldati, calligrafica, sobria e con alcune ingenuità ormai evidentissime per il gusto odierno, ma che costituiscono un ottimo contrasto col dramma narrato e col periodo storico delle riprese (l’altisonante era fascista). Tutto questo costituisce un capolavoro del vecchio cinema italiano. E’ un piacere assaporare il gusto per le cose semplici che si celano dietro la vicenda: le inflessioni dialettali, il suono delle campane lombarde echeggianti dalle sponde del lago, la simpatia del vecchio Steinnegge (che nella scena dell’incontro con la figlia raggiunge il culmine emotivo del film, in aggiunta all’imperdibile finale).
Soldati avrebbe preferito Alida Valli, per quanto Isa Miranda non la faccia rimpiangere affatto. Eccellente l’autorità del conte Cesare, di concerto al tenero e triste volto dello scrittore, simbolo stesso del più probo idealismo. Ma soprattutto è l’atmosfera di fondo, quel “ghost” autentico e per nulla esteriore che delinea ogni momento avvolgendolo nei suoi veli oscuri. Non ultima: la leggendaria villa Pliniana - luogo delle riprese, visitata da Fogazzaro stesso - nota ancora oggi per essere la dimora degli spettri e abbandonata nel bosco tra ombre di passati trionfi.
Il film è stato recentemente rimasterizzato ma resta purtroppo semi-sconosciuto. Andrebbe riscoperto e conservato in cineteca.                                
 
 
 

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