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The Horde

Regia di Benjamin Rocher, Yannick Dahan vedi scheda film

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La recensione su The Horde

di Immorale
6 stelle

Un gruppo di poliziotti parigini in cerca di vendetta si reca, nottetempo, nel covo di un violento spacciatore nigeriano colpevole di aver trucidato un loro amico. L’intenzione dei quattro di giustiziare lui ed i suoi complici rimarrà frustrata da una sfortunata esplosione e da un evento inaspettato.




La messa in scena del francese “la Horde” può essere annoverata nel filone  “new wave of Zombie movies”, nato in Europa negli ultimi anni con il buon “28 giorni dopo” di Danny Boyle (seguito dal meno convincente “28 settimane dopo” di Juan Carlos Fresnadillo) e rappresentante i “ritornanti” come invasati scatenati, velocissimi e fortissimi, molto difficili da uccidere e costantemente affamati. Una variante adrenalinica rispetto alla lenta e caracollante ineluttabilità degli zombies romeriani che rende, però, molto più schematica la reazione umana davanti all’assurdo; i caratteri e le meschinità umane, infatti, vengono appena abbozzate in brevi e confusionari dialoghi sui rapporti personali tra i protagonisti principali, affogando la narrazione nella più sfrenata e fracassona azione. La mano dei registi è stata capace,  comunque, soprattutto nel lungo incipit preparatorio, di dosare i colpi di scena con un sapiente utilizzo di riprese statiche e minacciose, aiutati anche dalla violenta e sanguinolenta fotografia. La seconda parte, ove la minaccia è manifesta, tutto precipita in vorticosi giri di camera che non aiutano l’immedesimazione con le “povere” vittime degli invasati. Le (poche) situazioni ironiche non risultano convincenti, tanto da apparire altamente forzate, forse a causa della non memorabile prova degli attori utilizzati, quasi tutti al di sotto del livello di guardia, a parte uno spassoso e macchiettistico Yves Pignot. Forse questo è il maggiore difetto di un lavoro comunque ben fatto, anche se debitore nei confronti di altri capisaldi del genere (oltre che al Carpenter di “Distretto 13”), capace di mischiare l’horror più sregolato con un’abbondante dose di istanze splatter, unite ad un clima da thriller in luogo (in questo caso palazzo) chiuso.   

Sulla trama

Sanguinosa.

Su Yannick Dahan

Interessante.

Su Benjamin Rocher

Interessante.

Su Eriq Ebouaney

Duro.

Su Jo Prestia

Zingaro.

Su Jean-Pierre Martins

Poco convincente.

Su Aurélien Recoing

Sottoutilizzato.

Su Claude Perron

Arcigna.

Su Yves Pignot

Divertente.

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