Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Germi compie un'insolita operazione inversa nel trasformare il romanzo di Gadda in un mero canovaccio, ma questo gli consente però di svilupparlo e tramutarlo, con opportuni accorgimenti e modifiche, in un perfetto ed efficace giallo poliziesco con tutti i crismi del genere: un intreccio solido, personaggi con i propri scheletri nell'armadio, il prolungato mistero sulla figura dell'assassino, un'altalena di rivelazioni e false piste, il progressivo affiorare delle (scomode) verità, una misera ma sanguigna realtà sociale di sfondo. Proprio l'apparente punto di vista acritico su quest'ultima consente in particolar modo al film di veleggiare saldo e sicuro sui binari del puro mystery. Garantita questa solidità e concedendo nondimeno allo spettatore il piacere di gareggiare con l'hardboiled commissario Ingravallo nella risoluzione del puzzle, Germi può anche mescolare un minimo di causticità su alcuni aspetti di fondo con del genuino e diretto umorismo ridanciano e bozzettistico (ed un tantinello populista) tanto da render grotteschi, ma solo in seconda battuta, proprio quei celati profili "borghese" che stan dietro alla vicenda. Lo sostengono in questo delle buone spalle. Da encomio per la sua natura strettamente poliziesca; l'abilità registica consiste proprio nel non tradirla a favore di altri schemi stilistici avulsi dal contesto. Strizzando il canovaccio, difatti, il viscido ed il fango saltano ugualmente fuori.
Spiccicata al suo alter ego ne "i Soliti Ignoti", tant'è che mi aspettavo che da un momento all'altro sbucasse Ferribotte. Brutto rimaner imprigionati in un dato personaggio. Siamo agli inizi comunque (con un piccolo sussulto alla fine quando si "magnanizza").
Di grande eleganza. Nelle ristrettezze della parte, svolge bene il ruolo della signora di classe dalla figura incrinata da amarezze e rimpianti.
Un pò troppo teatrale ed artificioso per i miei gusti. Quel pianto poi sapeva tanto di bassa sceneggiata e di palese finzione scenica...
Lo ammetto: di lui non è che abbia visto poi molto. Eppure quei pochi titoli me lo confermano come di un regista di valore che sa il fatto suo. Possibile sia considerato così di secondo piano? Pur riconoscendo che a quel tempo circolavano cineasti d'oro massiccio, non mi sembra un personaggio così minore, Germi.
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