Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Ottimo giallo-poliziesco, che non dà un attimo di respiro dall'inizio alla fine. Ben tratteggiato il personaggio interpretato dallo stesso Germi, commissario dai modi duri ma con dentro un cuore. La brava Cardinale interpreta il ruolo che avrebbe quasi riproposto nella "Ragazza di Bube", cioè della donna che si dedica ad un tizio che non le darà mai la felicità. Qui poi, si procura la rovina con le sue mani: lo sposa benchè avvertita essere un poco di buono, che la tradisce; poi copre il suo delitto, poi lo difende a oltranza... mentre lui la usa, e continua la sua vitaccia anche dopo sposato. L'ultima scena con lei che rincorre disperata la macchina è intensissima e girata benissimo.
Al di là di questo, qui abbiamo il tema del verminaio che a volte si nasconde dietro certi mondi apparentemente perfetti e in certe famiglie. Più il commissario indaga e più scopre orrori, tradimenti, odio, crimini nascosti. Il tema, poi, della domestica tentatrice che perverte i mariti che si lasciano pervertire è molto frequente nel cinema e nella realtà. Per la malinconia e l'amarezza vengono in mente i primi episodi dell'Ispettore Derrick. Prima che diventasse un cinico - negli ultimi anni della sua carriera - Germi era un grande, che constatava con dolore ma non con cinismo molti dei mali che ci siamo causati con le nostre mani.
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