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New York, I Love You

Regia di Fatih Akin, Yvan Attal, Allen Hughes, Shunji Iwai, Wen Jiang, Shekhar Kapur, Joshua Marston, Mira Nair, Natalie Portman, Brett Ratner, Randall Balsmeyer vedi scheda film

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La recensione su New York, I Love You

di AlexPortman80
8 stelle

Voto: 8/10. Film collettivo costituito da 11 episodi (in realtà 10 più uno diviso in più frammenti per far da collante agli altri) diretti da altrettanti registi; una curiosità: sarebbero dovuti essere 12, ma quello che segnava il debutto alla regia di Scarlett Johansson è stato tagliato. Filo conduttore: l'amore, in tutte le sue declinazioni (il colpo di fulmine del primo incontro, il matrimonio in crisi, le difficoltà dei rapporti tra culture e religioni differenti, le scaramucce tra gli anziani...), nella Grande Mela.
L'opera è stata realizzata sulla falsariga di "Paris, je t'aime", risalente al 2006 e composto da 18 capitoli tanti quanti gli arrondissements della Ville Lumière: altro elemento comune, purtroppo, il fatto di essere stati ignorati dai distributori italiani. Il concept è lo stesso ma "NY I love you" si differenzia dal predecessore perchè i singoli episodi (di cui non viene rivelato né il titolo né il regista, se non nelle scritte di coda) non sono completamente indipendenti, ma risultano legati da alcune sequenze nelle quali ritornano alcuni personaggi, già apparsi precedentemente.
Personalmente il film lo reputo di buon livello anche se, per sua stessa natura, risulta discontinuo e disomogeneo, con alti e bassi. Inoltre trovo non abbia del tutto il fascino di "Paris, je t'aime" perchè la protagonista, in questo caso New York, rimane un po' nell'ombra: i riflettori di alcuni segmenti sono forse troppo puntati sulle singole storie e sulle relazioni intime dei relativi caratteri per poter definire i contorni di questa specifica realtà multietnica (ricordo Central Park, sfondo del capitolo diretto da Natalie Portman, una parte di Chinatown, il ponte di Brooklin, qualche strada più o meno nota, per il resto panorami da lontano). In sostanza, alcune vicende potrebbero benissimo essere ambientate in qualsiasi altra metropoli.
Il fatto d'averlo visto in VOS è stato da una parte una splendida occasione (vista anche la ricchezza del cast) ma dall'altra ha comportato un inizio un po' difficoltoso, con il primo episodio (diretto Jiang Wen) dal significato rimasto un po' oscuro. Analogamente a questo, i frammenti meno riusciti risultano poco coinvolgenti, sia perchè troppo dialogati sia perchè interpretati da attori non incisivi, e spesso criptici nel messaggio.
Ma ricordo con piacere quelli più belli (che solo al termine del film ho potuto associare al nome del regista), in particolare cinque:

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