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Cosmonauta

Regia di Susanna Nicchiarelli vedi scheda film

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La recensione su Cosmonauta

di FilmTv Rivista
8 stelle

Non ci sono più i comunisti di una volta. Quelli che hanno permesso a quel genio assoluto di Giorgio Gaber di scrivere una delle più belle pagine del suo Teatro Canzone, un’orazione funebre di struggente e irriverente bellezza, Qualcuno era comunista. Titolo, peraltro, anche del bel libro lucido, affettuoso e impietoso di Luca Telese. L’esordiente Susanna Nicchiarelli torna agli anni 60 e dintorni (dal ’57, da Laika e Gagarin, ai primi anni 70) per raccontare l’educazione politica e sentimentale di Luciana, compagna che sbaglia spesso - con i fidanzati, col fratello epilettico (Pietro Del Giudice), con la madre vedova (Claudia Pandolfi) del padre comunista «così», con il borghesissimo patrigno (Sergio Rubini) -, una femminista ante litteram piena di ruvide fragilità. Essere comunisti è difficile, ma è stata una missione impossibile per generazioni di italiani, tra difficili coerenze, romantiche speranze e cause perse, sognando una rivoluzione di cui avevano paura. Susanna Nicchiarelli e la buona scrittura di Teresa Ciabatti si fanno interpreti di quegli anni con un mélo adolescenziale e familiare lieve e dolce. Citazioni spudorate - la bambina in fuga dalla sua prima comunione perché comunista, sembra uscita da Il laureato - e cover di canzoni cult come Nessuno mi può giudicare e Cuore matto, con furbizia e nostalgia ci portano in un Trullo diviso tra socialisti riformisti e comunisti filosovietici, uomini e donne che guardano il cielo, sperando che i cosmonauti sovietici sconfiggano gli astronauti americani (già, la battaglia grottesca dei sinonimi dei vocabolari contrari c’è sempre stata). Tutto bello, ma incompiuto. La Nicchiarelli è fragile come la Marisa che interpreta, attenta a troppi equilibri per amore e per forza, il film guarda in alto ma ha un budget tanto limitato da essere obbligato a inquadrature troppo strette o ambienti deserti (i film d’epoca non si fanno con i fichi secchi), il salto di qualità dalle belle scene a un film vero e proprio non si compie. E così, per chiudere con Gaber, Cosmonauta rimane un gabbiano ipotetico.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 36 del 2009

Autore: Boris Sollazzo

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