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Videocracy. Basta apparire

Regia di Erik Gandini vedi scheda film

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jjb273

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Videocracy. Basta apparire

di jjb273
4 stelle

Di cosa parla Videocracy? E' un bel problema. Mi aspettavo un docu-film antiberlusconiano, e mi sono ritrovato un docu-film che MI AUGUREREI FOSSE DAVVERO ANTIBERLUSCONIANO. Forse perchè se fosse PIU' antiberlusconiano sarebbe possibile renderlo accettabile, da 3 stelle su 5. Invece no, si vende come docu-film su altro, la spettacolarizzazione ed il mito dell'esteriorità in Italia. Tema che peraltro a me interessa moltissimo. Peccato che se lo si considera come tale, questo docu-film è un colossale fallimento dato che per metà non è un vero documentario ma una specie di (celata, ma malcelata) invettiva contro Berlusconi, i suoi amici, i suoi parenti e congiunti tutti. E quindi già risulterebbe mancante dal punto di vista della tempistica, per descrivere approfonditamente una realtà complessa come quella del mondo dello spettacolo. Ci ripenso: forse qualcosa ce lo si potrebbe far stare, ma in ogni caso nell'altra metà il girato si concentra solo sulle veline senza fare altro che farle vedere (nessuna elaborazione o tesi se non un sussiegoso e silenzioso silenzio di compassione, di cui parleremo più oltre), e su un tizio che spera di diventare famoso. Finalmente li inizia la parte interessante, che però è limitatissima e sinceramente non vale la visione di 80 minuti di film.

Alcuni altri temi interessanti sono accennati – la gente che va in costa smeralda non per divertirsi ma per vedere le persone famose, il concetto di popolarità... ma vengono abbandonate li, monche. Oppure vengono velocemente accantonate. Oppure esaminate in modo grossolano senza valutarne le sfaccettature. Questo giustifica – se vogliamo credere all'autore che dice che vuole girare un docu-film, come recita anche il sottotitolo, sull'importanza dell'apparenza – un 2 su 5 stiracchiato.

Se invece vogliamo fare i cattivi possiamo ipotizzare che la realtà sia diversa; che questo cioè non sia un docu-film sulla realtà italiana ma una specie di manifesto intellettuale a mò di pubblica gogna per Berlusconi, artefice della rovina italiana. Che voglia farlo in modo accorto e sottorraneo montando una facciata intellettualmente indipendente in modo da attirare il pubblico più variegato a fini di convincimento ma che sotto sotto sia destinato ad un pubblico ben preciso: una parte politica che vuole vedersi riconfermata nelle sue certezze e nel suo atavico odio. Ho pochi dubbi che il formato di docu-film sia stato scelto apposta, per più di un motivo. In primo luogo un documentario si propone per definizione come indipendente e super-partes così da non mostrare immediatamente e formalmente la propria posizione politica. In secondo luogo è qualcosa di diverso da un film e quindi può “distinguersi” dalle trasmissioni e dai film che sono proprio l'oggetto del disdegno; non avrebbe senso deprecare la TV per poi finire trasmessi in TV, giusto? In terzo luogo un documentario è generalmente per prassi un prodotto più elevato intellettualmente, ed anche qui il formato è una compiaciuta strizzatina d'occhio al pubblico di riferimento che però non bisogna mostrare che lo sia: la sinistra italiana. Ben si sa che la sinistra italiana si picca di possedere non soltanto la summa dell'intellighenzia ma di rappresentare IN TOTO e senza esclusioni gli italiani intelligenti. E quindi proprio in forza di ciò il documentario è un formato distintivo: “Ragazzi, vediamoci questo documentario su come è cattivo Silvio, NOI che i documentari ce li vediamo...”

Questa ipotesi si conferma a mio modesto parere in ogni aspetto del docu-film, ed ora andrò ad esporre tutti i motivi per cui ritengo sia così.

LA TESI: è semplicissima, riassumibile in “Gli italiani fanno schifo perchè sono interessati solo all'immagine, la cultura dell'immagine L'HA CREATA LA TELEVISIONE COMMERCIALE, Berlusconi ha creato la televisione commerciale indi per cui Berlusconi è la causa unica del declino intellettuale italiano. E che sia così ve lo dimostriamo in un altro modo: similes similes petunt, ed i simili di Berlusconi sono Mora e Corona, che sono persone spregevoli e fascisti, e quindi lui è la stessa cosa. E per finire, guardate che mostri crea! Shame on you, Berlusconi!”. Fine. Peccato che un docu-film dovrebbe analizzare più punti di vista oppure porsi delle domande. Tipo se davvero la televisione commerciale sia l'unica causa del declino intellettuale italiano e dell'ossessione per l'immagine delle giovani generazioni. Queste ed altre domande sarebbero gradite, invece questo docu-film non si fa domande, non lascia quesiti, non provoca, deve semplicemente dimostrare una tesi e per farlo lancia dei messaggi inquestionabili, verità assolute senza nemmeno darsi la pena di far percepire allo spettatore che sono discutibili. Le tratteremo dopo.

 

GLI STACCHI: Corona, Mora, Berlusconi, stacchi a dimostrare che sono legati da doppio e triplo filo, e che Berlusconi è il Corona della politica. La cricca dei moralmente reprensibili che da una ventata di freschezza e una bella toppa maorale ai peccatucci degli astanti che non sono santi e hanno sicuramente qualcosa da rimproverarsi anche loro ma “non siamo come lui” e quindi dai, siamo la parte migliore dell'Italia.

 

I MESSAGGI SOTTESI: poco sociologici e molto di sinistra. “Il capitalismo è fatto esclusivamente da persone senza scrupoli”, “la destra (chi non è d'accordo con noi) è ignorante”, “la destra (chi non è d'accordo con noi) è immorale”, “la destra (chi non è d'accordo con noi) è fascista”, “la ricchezza è esclusivamente frutto del raggiro e della manipolazione, quindi il capitalismo è IL MALE”, “l'esibizione dei propri soldi andando in Costa Smeralda è propria dei ricchi, mentre gli operai sudano in fabbrica. che orrore!” (cos'è, facciamo una reprise della lotta di classe?)

CHE NOIA!

 

IL TONO: Sia quello vocale che quello tematico. Commento del film sempre con lo stesso tono, che condenserei in due parole: “pietista sornione”. Commento evidentemente di parte con un umorismo ed una critica “toungue in cheek”, che però usa parole neutre sempre e solo per mantenere la formalità dell'irreprensibile dovere della cronaca, mai per fare il dovere di un documentarista. Perenne presa per il sedere e sottesa condanna morale da parte di una sussiegosa audience composta da elite valoriale, morale, culturale, intellettuale. Anche al cinema. Perchè “noi” siamo seduti nelle poltronine del cinema, ma CON STILE.

 

Alcune considerazioni: com'è che la cultura dell'immagine esiste in tutto il mondo, anche dove Berlusconi non c'è? La televisione è davvero l'unica causa della situazione attuale? La popolarità non era un desiderio di molti anche prima della televisione? Davvero è il mezzo televisivo che ha introdotto un malcostume o è stata il mezzo di rivelazione di un malcostume preesistente? Quanto è colpevole dell'attuale stato la gente, quanto la società, quanto la globalizzazione, e quanto la TV?

 

Terminiamo con alcune note che mi sono segnato durante la visione e che riconfermano le mie impressioni:



“Lele Mora, in quanto amico del presidente, ha il potere di trasformare le persone normali in star”. Lele Mora è, a ragione o a torto, il talent scout più importante in Italia, ed in quanto tale può “trasformare le persone normali in star”. Lo fa perchè i talent scout fanno quello. Lo farebbe anche se lo facesse per la RAI. Lavora per Mediaset e qiundi conosce Berlusconi, magari è anche suo amico. Ma non “ha il potere di trasformare le persone normali in star” PERCHE' è “amico del presidente”.



“La gente viene in Costa Smeralda per vedere la gente famosa” - come se venissero TUTTI, SOLO per quello, e tutti a causa del rimbambimento indotto dalla TV. C'è chi non lo fa, che chi lo farebbe anche senza TV (le persone celebri hanno sempre attirato gente anche quando la TV non c'era), ma non importa...



L'asserzione che “Berlusconi controlla il 90% della televisione italiana” è palesemente falsa, in RAI c'è un CDA che rappresenta tutti i partiti (e non mi pare che Raitre sia “controllata” da Berlusconi, a meno che non si voglia fare del male da solo), ed in Mediaset ci sono numerosi programmi che criticano Berlusconi stesso. C'è il problema del conflitto di interessi? Certamente. Berlusconi controlla tutta la televisione italiana? No.



In europa Berlusconi è stato contestato, segono immagini. Le uniche riguardanti l'Europa, della contestazione a Berlusconi. Messaggio: tutta l'europa (intellgente) lo odia, in Italia (rimbambita dalla sua TV) ha vita facile. E questo da la stura ai ragionamenti generalisti “ah se fossimo tutti inteligenti come i tedeschi”.. di un qualunquismo disperante. Anche qui niente visione pluridirezionale o sfaccettata, le cose si citano in funzione della tesi da dimostrare, l'europa ha quella finestra di 1 minuto esplicitamente funzionale a dimostrare che gli europei scafati “non ci cascano”. Questo per quanto riguarda il fine documentario...



Sequenza sul video “Menomale che silvio c'è”. Patetico? Forse, ma le canzoni e le manifestazioni di popolo sono sempre state parte della storia dei partiti di tutto il mondo. “Bella ciao” forse non viene cantata? Quelli che la cantano sono irregimentati deficienti anche loro?



La descrizione delle cose che ha Berlusconi nella sua villa: prima tacita condanna è che HA UNA VILLA. Nell'ottica del capitale come ingiustizia sociale la condanna è già stata emessa. Seconda condanna è che ha un vulcano ed un labirinto, che è uno a cui piace divertirsi. Uno potrà usare i soldi come cavolo gli piace? Potrà farsi un labirinto nella sua villa? No. Seconda tacita condanna è che usa i soldi per cose non universalmente riconosciute dalla sinistra come valevoli i soldi che si spendono. Insomma per i salotti ed i ricevimenti con intellettuali si può spendere, per il vulcano no. Terza tacita condanna: Berlusconi non è serio come dovrebbe secondo il canone stabilito dalla sinistra, legata alla politica ingessata di 40 anni fa. E se lo dicono loro che sono arbitri dello stile, chi non si adegua è OUT. E chi non concorda con le scelte di stile è altrettanto colpevole perchè sostenitore di chi non si adegua, quindi è OUT anche lui. O hai gli stesso gusti oppure sei un caprone, avere opinioni differenti non è una possibilità contemplata.



La frase in cui si dice “ma non tutti sono disposti ad adattarsia questo stato di cose” facendo intendere che da una parte c'è Berlusconi ed i suoi seguaci vicini e lontani, la destra in generale, e dall'altra “gli altri”, i buoni: altra strizzatina d'occhio e generalizzazione. NOI, cioè CHIUNQUE non sia d'accordo con l'impero dell'immagine, esistiamo. E siamo NOI. NOI= sinistra = chi non è d'accordo con l'estremizzazione dell'esteriorità. Neanche un dubbio che esista chi – come me guardacaso – sia contrario all'impero dell'immagine e non sia di sinistra.



Finale, schermata numero 1, “italy is 77th in press freedom”: ci sono state varie polemiche su ciò, è UNA delle varie valutazioni e comunque ne ho già parlato prima quando trattavo del presunto 90% dei media italiani in mano a Berlusconi



Finale, schermata numero 2, “italy is 84th in gender equality”: ma per carità, adesso la gender equality dipende dal sessismo introdotto dai culi nudi in televisione. MA FACCIAMOCI IL PIACERE. E' una tesi così assurda ed esile che, appunto, viene messa giusto in fondo al film per non doverla giustificare con delle argomentazioni valide. Negli anni '20 c'era ancora minore eguaglianza fra i sessi e Berlusconi non c'era.



Finale, schermata numero 3, “in italy for 80% of the population, Tv is the main source of news”: anche qui il regista o ci è ci fa... si vorrebbe sostenere che è una colpa, e nella fattispecie di Berlusconi? Perchè negli altri paesi si pensa forse che la TV (NON controllata da Berlusconi) NON sia la prima fonte di informazione per la larga maggior parte della popolazione? No perchè quì si parla di MAIN source, non di ONLY source. Quindi chi legge il giornale ma spende più tempo di quello che passa a leggere il giornale guardando la TV può dire di rientrare nella categoria del sondaggio. Questo fa di queste persone dei soldatini irretiti ed istupiditi?



Se devo salvare qualcosa di questo docu-film è uno straccio di concetto: e cioè che il mondo dello spettacolo moderno è così strapagato e costruito che illude e "monta", ed umilia chi dovrebbe essere davvero premiato nella società: chi come Riccardo lavora tutti i giorni in silenzio. Ma questo è sfondare una porta aperta. C'è bisogno di 1 ora e 20 per dirlo?
 

Sulla trama

Quale trama? Non ne trovo una, tranne quella del ragazzo che vuole andare in televisione. E che si svolge in 15 minuti.

Sulla colonna sonora

non esiste di fatto, quindi non si può commentare

Cosa cambierei

Lunghezza complessiva, argomentazioni, trattazione. Avrei aggiunto altri attori protagonisti e nel finale avrei mostrato qualche iniziativa "positiva" per superare la cultura dell'immagine. Ma tanto se il fine è una "damnatio memoriae" a cosa serve argomentare a tutto tondo?

Su Erik Gandini

Inizia decentemente poi si allunga ed veros la fine stanca decisamente. almeno tornando sempre sulle stesse cose e persone introducesse qualche vaga novità per mantenere alto (?) l'interesse... invece sempre le stesse cose, immagini di repertorio di Berlusconi con sottofndo da thriller come per dire che è uno squalo che ti addenterà. CHE PALLE

Su Rick Canelli

naturale e divertente, dice cose tristemente vere e coltiva un sogno malato, quello di molti ragazzi d'oggi.

Su Marella Giovanelli

sinceramente è così insignificante che non trovo niente da dire nè su di lei nè sul suo ruolo nel film.

Su Lele Mora

animale da spettacolo che sguazza nel suo elemento. Piaccia o non piaccia, la realtà è questa.

Su Fabrizio Corona

Spregevole, come si è sempre dimostrato.

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