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Soul Kitchen

Regia di Fatih Akin vedi scheda film

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La recensione su Soul Kitchen

di supadany
8 stelle

VOTO : 7++.

Per chi si avvicina a questo film conoscendo Fatih Akin l’approccio non è certo dei più facili in quanto siamo sicuramente di fronte al classico prodotto che non ti aspetti.

Però, dopo un’iniziale titubanza, si rimane presto positivamente stupiti e coinvolti da un complesso cinematografico che mescola un estetismo interessante (alcune riprese sono quasi geniali) a situazioni tanto grossolane quanto simpatiche, mantenendo sempre un ritmo impeccabile e trascinante.

Zinos è il proprietario di un ristorante e fidanzato con una ragazza che se ne sta per andare a Shangai per lavoro.

Per lui si apre così un bivio complicato; da un lato il locale rilanciato da uno chef sopra le righe, ma dall’altro anche impensierito da un avido speculatore finanziario che le prova tutte per fregargli il terreno; e poi c’è la sua donna che lo verrebbe da lei dall’altra parte del mondo.

Bene lo sviluppo della storia non permetterà al protagonista di porsi troppe domande in quanto i problemi e le sorprese arriveranno a grappoli scatenando eventi a ripetizione.

Questo è un film che conquista sempre più, minuto dopo minuto, scandendo una storia ricca di accadimenti, con due protagonisti d’eccezione.

Prima di tutto la musica, che da nome al film ed al locale, che accompagna con costanza (ad un certo punto si passa praticamente da un bel disco all’altro) le scene e con un’appropriatezza e tempismo eccezionale.

In secondo luogo il cibo e la passione per la cucina di uno chef a dir poco fuori di testa.

Tutto intorno una gamma di personaggi etnici e tipicamente umani negli eccessi e negli errori.

Un fratello senza speranza (con i suoi scagnozzi), una cameriera indipendente, una massaggiatrice dolcissima, un anziano fornito di un linguaggio assolutamente colorito; insomma ci si trova un po’ di tutto e quasi sempre questo funziona in maniera sorprendente.

Questo anche perché le situazioni sono ricamate calcando spesso la mano (esempio la scena del massaggio inguinale), con dialoghi talvolta urticanti, ma spesso efficaci.

Insomma questo “Soul kitchen” è una bella scommessa vinta; Akin dimostra che anche un autore fino ad oggi serioso può “svaccare” con qualcosa di diverso e, soprattutto, farlo assai bene (anni luce al di sopra della media).

E si sa le sorprese fanno spesso bene.

Fresco e salutare come una boccata d’aria fresca, consigliato a tutti.

Su Fatih Akin

VOTO : 7++.
Sceglie una strada che non ci si aspetta e con risultati brillanti.
Tecnicamente notevole, nonostante un contesto più leggero, non si fa mancare scelte registiche importanti e d'impatto.
Inoltre dirige gli attori alla grande.

Su Adam Bousdoukos

VOTO : 6/7.
Maschera efficace per un ruolo ben delineato e d'effetto.

Su Moritz Bleibtreu

VOTO : 6,5.
Si trova bene nel ruolo da scapestrato e fa una discreta figura.

Su Birol Ünel

VOTO : 7.
Bel ruolo incazzato, lui ne appprofitta e tira fuori una prova convincente e d'impatto.

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