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Phoebe in Wonderland

Regia di Daniel Barnz vedi scheda film

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La recensione su Phoebe in Wonderland

di supadany
8 stelle

Opera prima che ondeggia brillantemente tra dramma e fantasia per Daniel Barnz (nel frattempo è già riuscito a rovinarsi col seguente “Beastly” che di fantasia non ne possiede nemmeno un briciolo) che riesce a trattare le difficoltà dovute ad una sindrome con un approccio scevro dai compromessi e dalle facili soluzioni regalando soprattutto sensazioni per niente facili da catturare.

Phoebe (Elle Fanning) è una ragazzina estroversa che presenta squilibri sempre più evidenti tanto da mettere in apprensione i suoi genitori (interpretati da Bill Pullman e Felicity Huffman).

Quando a scuola la sua maestra Mrs Dodger (Patricia Clarkson) decide di mettere in scena “Alice nel paese delle meraviglie” riesce a farsi assegnare la parte di Alice, ma nel frattempo, mentre spesso si perde nella sua immaginazione nel medesimo mondo, il suo comportamento continua a peggiorare richiedendo di affrontare la situazione.

 

Elle Fanning

Phoebe in Wonderland (2008): Elle Fanning

 

L’opera di Lewis Carroll, che regala il titolo al film, affrontata al cubo (come recita una battuta “credete alle coincidenze?”), oggetto del libro che la madre di Phoebe sta faticosamente cercando di portare avanti, mondo immaginario che invade la vita di Phoebe e rappresentazione teatrale scelta a scuola dalla sua insegnante e che la piccola protagonista letteralmente vive.

Un film invaso da una fervida immaginazione in parallelo al grigiore della vita reale, con quindi un interessante binomio tra “Alice” ed il mondo interiore di Phoebe sospeso tra momenti di felicità e insiti pericoli.

Un resoconto originale di un problema (la sindrome di Tourette) senza via d’uscita, ed affrontato con iniziale paura, che provoca risposte corrosive, comportamenti inadeguati, ma dietro a gesti inconsulti ed inconsapevoli nel fastidio che generano (la madre preoccupata arriva ad ammettere di fare brutti pensieri su di lei) c’è una recita, il paese delle meraviglie ed una trasformazione personale che rivela capacità fuori dall’ordinario.

In tutto ciò Elle Fanning (come, e diversamente, in “Super 8” anche qui chiamata a recitare all’interno di una recita) riesce ad essere emotivamente lacerante, tra gli scatti incontrollabili (epiteti gratuiti lanciati improvvisamente), la lotta che sente dentro di se Phoebe (il confronto col Preside in tal senso spezza a metà il cuore per intensità drammaturgica), il dispiacere per la situazione che crea e la voglia di evadere con la fantasia.

Altresì sono strepitosi i suoi duetti con l’insegnante anticonformista presentata da Patricia Clarkson, una vera e propria gara a chi recita meglio.

Tra le altre cose le musiche di Christophe Beck sono felici sottolineature soprattutto degli scatti più fantasiosi (come per esempio nell’introduzione)

L’ultimo tocco di classe è poi offerto da un finale che non vuole in nessun modo mettere tutto (banalmente) a posto, basta la consapevolezza delle cose (la naturalezza con la quale Phoebe illustra ai compagni di classe il suo problema è inattacabile) ed il resto è semplice vita da prendere nella sua essenza.

Dunque si tratta di un piccolo e delizioso film che affronta un drammatico problema di salute con tante connotazioni diverse (il disagio in famiglia, la difficoltà di comprendere le cose, lo scarso dialogo con chi dovrebbe capire prima degli altri), non sempre nuove, ma il tocco e la delicatezza, oltre che l’inevitabile irruenza dettata dal caso, sono di stampo più che raro.

Speciale.  

 

Daniel Barnz

Sensibile, fantasioso (l'utilizzo multiplo di "Alice nel paese delle meraviglie" è un tocco di classe soprattutto per i risultati sul campo e per l'equilibrio dell'insieme), delicato, ma non per questo sdolcinato, anzi è sempre deciso sulla strada segnata.

Esordio da incorniciare (purtroppo già vanificato alla grande con la sua opera seconda).

Felicity Huffman

La troviamo nel ruolo dell madre che fatica ad affrontare una realtà terribilmente complicata.

Si addentra nel personaggio e regala sincerità oltre ad un ampio spettro di emozioni.

Brava.

Elle Fanning

La sua Phoebe è un personaggio complesso, sempre in bilico sul ciglio del momento, tra momenti di forti emozioni positive ed altre molto negative.

Ragazzina oltre modo dotata (questo film è del 2008, dopo si è fatta notare più volte) dimostra capacità e talento fuori dal comune in ogni sfumatura (espressività, improvvisazione, gestualità), o quasi.

Straordinaria.

Patricia Clarkson

Gran bel ruolo anticonformista reso vivo con eleganza, puntigliosità ed intelligenza.

Notevole.

Bill Pullman

Rispetto al tris d'assi al femminile paga pegno e non è solo questione di ruolo (comunque di per se non facile).

Infatti l'ho trovato un pò anonimo, poi sicuramente a livello di espressività è nettamente inferiore alle colleghe, ma al suo personaggio sarebbe servito un contributo personale maggiore.

Insufficiente.

Campbell Scott

Nei panni del preside della scuola è chiamato in causa in una manciata di scene importanti.

Nel complesso risulta piuttosto efficace.

Ian Colletti

Bel ruolo di ragazzino, che va liberamente oltre la normalità della sua età, nel quale ben figura.

Discreto.

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