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Phoebe in Wonderland

Regia di Daniel Barnz vedi scheda film

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Marcello del Campo

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La recensione su Phoebe in Wonderland

di Marcello del Campo
8 stelle


Molto amato dai surrealisti, da molti lettori scelto come il romanzo da portarsi sull’isola deserta, complicato gioco logico-matematico, contenitore dei più strambi nonsense, Alice nel paese delle meraviglie e il successivo Dietro lo specchio, regge al tempo, la bibliografia aumenta con il passare degli anni e si sprecano le esegesi. Considerato a torto opera per l’infanzia, Alice va oltre le età e può essere letto da tutti quelli che hanno amore per il fantastico e la testa perennemente in aria. Da molti registi portata sullo schermo, Alice ha subito oltraggiose ‘letture’, compresa l’ultima indifferente, magniloquente di Tim Burton, la peggiore, mentre quella di Dominici/Disney ne coglie almeno la carica liberatoria.
 
Affermo senza alcun dubbio che Phoebe in Wonderland di Daniel Banz, mai arrivato (assurdamente ma non tanto) nelle sale italiane è film più carrolliano di tutti, il più riuscito, il più semplice e insieme il più complesso tra tutti quelli che si ispirano all’Alice del reverendo Dogdson. A cominciare dalla strepitosa allora decenne Elle Fanning che ci ripaga con la sua felice interpretazione delle paure dell’inquietante sorella Dakota. È lei che porta sulle spalle tutto il peso del film e che dà corpo a un ‘doppio’ di Alice, Phoebe Lichten, minuscola bambina, figlia inquieta dei coniugi Lichten (la mamma, Hillary, Felicity Huffman, e il papà Peter, Bill Pulmann).
Alla base della geometrica sceneggiatura dello stesso Banz, c’è più di un ‘doppio’: i coniugi Lichten sono entrambi scrittori, la sorellina di Phoebe, Olivia (la pestifera Bailee Madison) è complementare alla primogenita (anche se entrambe desidererebbero rompere l’equilibrio ‘duale’, implorando i genitori perché facciano un maschietto – in una scena del film di irresistibile humor sbarazzino); un altro doppio di Phoebe è il piccolo amico Jamie ((Ian Coletti) che lei difende dai lazzi dei compagni di scuola.  Il ‘doppio’ che fa virare il film su binari carroliani è la maestra Miss Dodger (qui Patricia Clarkson mostra un’enorme interpretazione, tesa a rendere tutte le sfumature del carattere oscillante dell’animo umano).  Phoebe è una bambina infelice, potremmo dire che è nata infelice – come lei stessa afferma – o pensare che la fanciullezza non sia un’età priva di squilibri del carattere, accensioni furenti e cadute melanconiche (e penseremmo nel modo giusto, solo che riportassimo la nostra mente a quanto travagliata sia stata la nostra leggendaria adolescenza).
Phoebe non sta bene in questo mondo, non sta neppure bene nella famiglia, nonostante ami i genitori di un affetto indicibile, non sta bene a scuola Phoebe, tra tanti amici che le vogliono bene.
Phoebe vuole stare altrove, non sa bene dove, ma prega che un ‘altrove’ ci sia per le bambine come lei, dotate di un’immaginazione fuori dell’ordinario. Nella realtà esistono i miracoli delle coincidenze, ne bastano due perché la vita di Phoebe si trasformi in un’altra vita nella quale lei possa precipitare soavemente nella tana del Coniglio bianco, parlare a tu per tu con la Regina rossa, recitare limerick con il Cappellaio Matto.
La prima coincidenza è proprio il romanzo Alice nel Paese delle meraviglie:
Hillary Lichten, con tutto il peso della famiglia sulle spalle, sta scrivendo un saggio su questo romanzo. Il marito Peter, affettuosamente pensa a scrivere un suo saggio scolastico, libero dalle incombenze domestiche.
La seconda coincidenza è l’arrivo fatale a scuola di Miss Dodger che recita:
 
Era brilligo, e gli usci tovi
li raschiavano e succhiellavano i pratali
tutti eran mimsi i borogovi
e il momoratso ultrarraffava
[…]
 
nell’originale:

Twas brillig, and the slithy toves

Did gyre and gimble in the wabe;
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe
[…]
 
(la stessa strofa, in una traduzione diversa è stata usata nel film del 2007 Mimsy – I segreti dell’Universo di Robert Shaye)  
 
È l’inizio di Yabberwocky.
 
Miss Dodger è la chiave che apre a Phoebe l’altrove: il nonsense ha un senso solo per chi sa decrittarlo.
Miss Dodger porta con sé una terza coincidenza (come nei sogni tutto è possibile): l’allestimento a scuola di una recita di Alice nel Paese delle meraviglie.
Phoebe sarà Alice: è bastato poco perché Miss Dodger riconoscesse in quella bambina dotata l’interprete del romanzo (e noi spettatori la foto della bella Alice Liddel simile a Elle Fanning).
La recita ha inizio.
Ma Phoebe è normale? Perché a scuola è disattenta, sferzante? Perché sputa in faccia ai compagni? Come fa a passare da un’espressione truce al sorriso più sfavillante da un attimo all’altro?
Beh, se è per questo, basta affidare la piccola allo strizzacervelli di turno:
si chiama Dr Miles e non capisce niente dell’infanzia, al massimo può apparire nelle fantasie di Phoebe come Humpty Dumpty, ridicolo e grassottello.
Phoebe non è normale: fantasia e realtà si confondono in lei, il perfezionismo non è il segno di una passione esagitata in vista della riuscita della sua interpretazione, né il battere i piedi per terra rappresenta il dominio del territorio.
Phoebe è…
Ce lo dice Wikipedia:
 
L’elaborazione delle informazioni è spesso rapida, intuitiva, poco propensa a sottomettersi a passaggi sequenziali e questo talora penalizza i pazienti più giovani nelle attività scolastiche, dove la didattica imposta richiede l’adesione a modelli di pensiero poco confacenti la creatività tourettiana.
Phoebe è affetta dalla sindrome di Tourette:
 
“[…] movimenti involontari del corpo e/o facciali e con tic di tipo vocale o verbale che possono variare dalla ripetizione di una parola fino all’incoercibile pulsione a proferire espressioni o parole imbarazzanti e/o volgari; si parla in tal caso di coprolalia e coproprassia. La tipologia, la frequenza e la gravità di queste manifestazioni variano ovviamente da una persona all’altra al punto che diversi soggetti con sindrome di Tourette neppure la considerano una patologia. La sindrome sembra influenzare una propensione all’attività indagativa e alla ritmica musicale: numerosi soggetti affetti dalla sindrome sono musicisti; nella biografia di Mozart e di molti altri musicisti sono riscontrabili diversi tratti tourettici.
 
Dove c’è malattia, spesso c’è il genio.
Phoebe va alla conquista della felicità e la trova.
Ma… cercate di vedere questo film bellissimo: Phoebe in Wonderland.
Finalmente Alice
 
 
 
 
 

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